L’Italia nella crisi del coronavirus? “In questo frangente dovrebbe cogliere l’occasione per fare un passo ulteriore, assumendo una leadership nella gestione della crisi e fornendo alla Cina tutto il know how, la propria competenza in fatto di protezione civile, di risoluzione delle emergenze sanitarie, di coordinamento degli aiuti e di assistenza”. Lo sostiene Irene Pivetti, già presidente della Camera dei Deputati e oggi presidente dell’Associazione per l’amicizia Italia-Cina e responsabile di Only Italia, piattaforma che promuove in Cina il made in Italy, per la quale quest’ultimo “non è solo cibo e moda ma è anche l’eccellenza del nostro modus operandi in scenari simili”.
In questi giorni Pivetti ha un filo diretto con Pechino e pertanto dice che però il nostro governo non sarà in grado di assumere un ruolo all’altezza della situazione perché “parliamo di un governo traballante, attento solo a tenersi in piedi, che difficilmente può proiettare il suo sguardo all’estero”. E poi, in generale”, sostiene ancora Pivetti, “è da 20 anni che la gestione delle vicende internazionali in Italia è a livello zero” mentre “un tempo il nostro Paese era altamente reputato oltreconfine”. “Non è più così da quando al potere ci sono mezze cartucce” chiosa.
Quanto all’Europa, secondo la presidente dell’Associazione per l’amicizia Italia-Cina, in questa vicenda “è la grande assente” e, visti i precedenti, non c’è da “aspettarsi che agisca coralmente”. E proprio per questo motivo, insiste Pivetti, “non cogliere questo ruolo leader in Occidente sarebbe per l’Italia un’occasione persa”. E se per la Cina l’impatto del coronasvirus “sarà di qualche punto di Pil, con danni enormi sull’indotto”, per l’Italia – prefigura Pivetti – “questa emergenza rischia di essere una mannaia sul progetto della Via della Seta, che è di natura infrastrutturale ma anche culturale”. Perché se alla diffidenza verso l’altro “ci aggiungiamo la paura del contagio”, la strada tracciata da quel memorandum “potrebbe farsi molto in salita”.