“Abbiamo scritto una pagina di storia. Non è un atto di democrazia diretta, ma di efficientamento delle istituzioni. Con questa riforma, che ci avvicina alle altre democrazie europee, avremo un Paese più moderno. Faremo riforme più ponderate e con maggiore efficacia”. In un’intervista al Corriere della Sera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, definisce così il taglio di deputati e senatori votato dalla Camera.
Fraccaro ci tiene a sottolineare anche che non si tratta di un gesto di antipolitica perché è la vecchia politica ha sempre chiamato coì “chi voleva cambiare le cose” mentre l’obiettivo del M5s “era sostituirsi a una classe politica che aveva bloccato il Paese”, realizzando “una riforma promessa 40 anni fa da quasi tutte le forze politiche”. E a chi minimizza la portata del provvedimento sottolineando che il risparmio è dello 0,007 della spesa pubblica, quindi risibile, il sottosegretario Fraccaro risponde obiettando che “il risparmio è di 300 mila euro al giorno. Non sono briciole, ma soldi che molti italiani non vedono nel loro conto corrente in una vita. Con un miliardo in due legislature sono tante le cose buone da realizzare, come bus nuovi e scuole ristrutturate. I soldi sono un corollario importante, non sono il tema principale. Se le istituzioni sono più efficienti, saranno anche meno costose”.
Ma il Pd che sembra piegato all’agenda 5Stelle, otterrà le garanzie costituzionali ed elettorali che ha chiesto oppure al momento sono solo una cambiale in bianco? All’interrogativo posto dal quotidiano di via Solferino, Fraccaro risponde che “I capigruppo in commissione hanno sottoscritto un documento e io mi sento di garantire che il Movimento affronterà queste riforme con serietà e correttezza. Partiremo dalle modifiche dei regolamenti di Camera e Senato”.
Quanto alla legge elettorale, che Fraccaro preferisce chiamare Democratellum anziché Toninellum, il sottosegretario assicura che “ci siederemo al tavolo e ci confronteremo, con le forze di maggioranza, ma anche e soprattutto con quelle di opposizione”. Ma spera anche che ciò, un domani possa accadere anche per la legge elettorale, “sarebbe bello”, dice.
Mentre sul referendum post riduzione dei parlamentari non sarà il governo o la maggioranza a chiederlo, “ma se qualcuno volesse farlo, ben venga” anche perché “autopromuovere un referendum su un proprio provvedimento non ha portato bene in passato” riferendosi a Renzi che su quello costituzionale si è giocato Palazzo Chigi. Poi sulla dialettica interna ai 5Stelle, sui timori di scissione o meno, Fraccaro risponde che “leggo tante ricostruzioni, ma non ci sarà nessuna scissione. Di Maio è il capo politico che ha portato il M5s al governo. Con la Lega ha contribuito all’approvazione della legge anticorruzione, del reddito, del decreto dignità. E ora con il Pd affronteremo anche un vera e propria rivoluzione verde. A me sembra un capolavoro”.