Una sola, ma immediata, richiesta. Sulla questione rimpasto il vicepremier Matteo Salvini era stato molto chiaro: "Chiedete ai 5 stelle, c'è l'urgenza, non come Lega, ma come governo italiano, di avere un ministro a Bruxelles, se questo da parte dei 5 stelle comporterà altri movimenti non so, a me basta uno". Le parole del leader della Lega pronunciate ai giornalisti fuori da Montecitorio erano state corredate da una piccola aggiunta sul nome del candidato a ricoprire il ruolo di ministro per le Politiche Ue : "Lo sa il presidente del Consiglio".
Un nome, già chiacchierato, che ha trovato poi conferma solo nella tarda serata di martedì. La Lega ha proposto il nome di Lorenzo Fontana, attuale responsabile del dicastero per Famiglia e disabilita', a ministro per le Politiche Ue e - riferiscono fonti governative del partito di via Bellerio. Non solo. La proposta, quella ad oggi più accreditata, sempre secondo diverse indiscrezioni, avrebbe ottenuto il via libera del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La decisione di indicare Fontana sarebbe stata presa da Salvini già nei giorni scorsi. In lizza, in una partita a due rimbalzata tra le pagine dei giornali, c'era anche il presidente della commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, sul quale non vi sono stati veti né significative perplessità, sottolineano sempre fonti leghiste.
L'indicazione del ministro alle Politiche europee spettava comunque alla Lega: l'incarico era stato attribuito ad interim a Conte dopo le dimissioni di Paolo Savona, passato alla Consob a fine marzo. Fontana - veronese, di adozione a Bruxelles, dove vivono la moglie e la figlia e dove, dal 2013, ha tessuto la rete di rapporti con i partiti euroscettici - attualmente ricopre l'incarico di ministro della Famiglia e della disabilità. Non è ancora chiaro a chi andrà il suo dicastero, anche se non è escluso che si torni a ricorrere a un interim del presidente del Consiglio.
Salvini ha voluto anche rispondere alle accuse di sovrapposizione tra ministeri, tema che era stato oggetto negli ultimi giorni di un richiamo di Conte alla sua squadra di governo: "Nessuna concorrenza a Conte. Penso di essere utile al governo e al presidente del consiglio, non faccio concorrenza a nessuno. Penso che sia mio diritto e mio dovere ascoltare artigiani, commercianti, agricoltori, imprenditori, rappresentanti dei lavoratori, consulenti dei professionisti".