"È sempre bene quando il governo si confronta in Parlamento. Così come è indispensabile che il parlamento abbia un ruolo centrale sulle decisioni che saranno prese in merito all'Autonomia differenziata. Dunque, spetta alle Camere delimitare i confini del trasferimento di poteri dallo Stato alle Regioni". Roberto Fico, in occasione della tradizionale cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell'Associazione della stampa parlamentare, non si sottrae alle domande 'spinose' e, pur senza entrare nel merito dei singoli provvedimenti o della polemica in atto sui presunti fondi russi alla Lega, con il Pd che da giorni chiede al ministro Matteo Salvini di riferire in Aula, non manca di dire la sua e di riportare il Parlamento alla centralità che gli spetta. Così ad esempio sull'attività legislativa, ora fortemente condizionata dal numero di decreti varati dal governo.
Già nelle scorse settimane il presidente della Camera aveva scritto al premier Giuseppe Conte per esortarlo a ridurre il numero dei provvedimenti d'urgenza, che inevitabilmente ingolfano e stravolgono il calendario dell'Aula, deciso dalla conferenza dei capigruppo. Ma non è solo una questione di tempistica: per Fico il ricorso eccessivo ai decreti "abbassa la qualità" legislativa.
A domanda diretta, poi, la terza carica dello Stato non ha dubbi. Questo governo, a maggioranza M5s-Lega, è l'unico possibile e Conte è l'unico premier possibile con l'attuale maggioranza. Ma è soprattutto sul ruolo centrale delle Camere che Fico si sofferma e insiste, in particolare in vista dell'iter parlamentare dell'Autonomia differenziata: "È impensabile che il Parlamento sulla cessione di potestà legislativa non abbia un ruolo centrale. Su questo sarò inflessibile: il Parlamento è il luogo centrale di discussione. Il percorso dovrà essere serio, costruttivo ed emendabile". E annuncia che incontrerà nuovamente la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati "anche su questa questione".
Insomma, Fico fissa i paletti il presidente di Montecitorio: spetta al Parlamento delineare il quadro normativo dentro il quale regioni e governo si dovranno muovere per realizzare l'Autonomia differenziata. Secondo il presidente della Camera si potrebbe utilizzare lo strumento della mozione, "con cui si impegna il governo" o anche una risoluzione: "Per me è chiaro che il quadro legislativo lo deve dare il Parlamento".
Uno dei nodi, questo, su cui si è arenato il confronto nel governo, con i 5 stelle che insistono sull'emendabilità delle intese con le regioni, mentre Salvini preferirebbe che il Parlamento si limitasse a un voto senza modifiche. Proprio venerdì si svolgerà un nuovo vertice sul tema a palazzo Chigi con la presenza di Giuseppe Conte.
Ma i paletti sull'Autonomia non sono l'unica 'frecciata' che Fico lancia alla Lega: "Quando il Parlamento chiama, se riportiamo il dibattito in Parlamento, è sempre qualcosa di giusto e buono, perché cosi' si dibatte in sede ufficiale e quella, secondo me, è la strada più giusta", ha detto sulla questione dell'informativa del titolare del Viminale chiesta dal Pd sulla vicenda russa.
Quanto al decreto Sicurezza bis, all'esame delle commissioni alla Camera, il presidente non ha espresso giudizi, ma ha ricordato di "non condividere molte parti del precedente decreto" e non garantisce che sarà in Aula, come successo appunto per il via libera del primo provvedimento voluto da Salvini, "vedrete", si limita a dire. Del resto, ha aggiunto, "sapete come la penso...".
Poi, parlando dell'Europa e della necessità di una riforma, cita le parole di von der Leyen: "Il salvataggio delle vite in mare è un dovere dell'Italia e dell'Ue". E ancora: benissimo il taglio dei parlamentari, ma il "vero "nodo sono i rapporti tra Parlamento e governo. Siccome siamo una Repubblica parlamentare - ha sottolineato - è il Parlamento che deve lavorare con serenità e tranquillità. Cio' che conta è la qualità delle leggi, non la quantità, servono poche leggi ma fatte bene". Infine, Fico ha rivendicato come la Camera sia diventata una "eccellenza per risparmi, trasparenza e senza sprechi", confermando l'avvio dei concorsi con la pubblicazione dei bandi già nel mese di luglio per nuove assunzioni, il che non avveniva dal 2006.