Il Presidente della Repubblica, dopo giorni di inchieste, condite di veleni, ha deciso di indire per il 6 e 7 ottobre prossimo le elezioni suppletive per i due consiglieri del Consiglio Superiore della Magistratura che si sono dimessi. Un decisione, spiegano fonti qualificate del Quirinale, che ha un motivo ben preciso: lo scioglimento immediato del Csm, infatti, comporterebbe la sua rielezione con le stesse regoli vigenti ora, regole e procedure elettorali che sono state criticate e per le quali si è invece invocata da più parti una revisione.
La sostituzione dei componenti dimissionari, dunque, per Sergio Mattarella è "il primo passo perché si volti pagina" rispetto a quello che è successo, restituendo alla magistratura indipendenza e prestigio; "prestigio e fiducia che le note vicende hanno incrinato tra i cittadini".
Ovviamente il Presidente ha avuto in queste settimane continui contatti con i vertici del Csm e con il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Ora il Parlamento ha anche il tempo necessario, se lo ritiene giusto come da più parti affermato, per varare una riforma dei criteri di nomina ed elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura, scelta però che è tutta in capo alle Camere.