Salvini e Savoini hanno lavorato insieme alla Padania, lo ha spiegato lo stesso ministro dell'Interno precisando però che non è al momento un suo collaboratore. Ma i rapporti tra il protagonista del cosiddetto 'Affaire Metropol' e la Lega non devono essere stati proprio idilliaci se a Savoini ad un certo punto sarebbe stato negato anche l'accesso alla sede.
Fonti parlamentari ricordano che c'è stata anche una sorta di guerra 'sotterranea': Savoini, dopo aver fondato l'associazione Lombardia-Russia, ha indicato come sede legale proprio via Bellerio, senza informare i vertici. Ha chiesto (invano) finanziamenti alla Lega e la stanza assegnatagli ad un certo punto è diventata per lui inaccessibile, spiegano le stesse fonti.
Lo spettro del governo tecnico
In ogni caso per la Lega resta l'assunto spiegato anche oggi dal segretario: "Se c'è un reato - ha detto Salvini - io sono il più cattivo, non mi interessano gli audio rubati: se c'è un reato sono intransigente, se ci sono chiacchiere no".
Anche sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega Salvini indossa i panni del 'pompiere', perlomeno in pubblico: "Non mi sento pugnalato da Conte e Di Maio", ha spiegato. Ma all'interno della Lega si fa sempre più forte la tentazione di arrivare al 'redde rationem' con i pentastellati. "Ci vogliono fregare. Si punta ad un governo tecnico", dice un 'big': per qualche mese la maggioranza traballerà, per poi sbriciolarsi con la prospettiva del voto anticipato, la previsione.
Governo Pd-M5s? Zingaretti nega
Il segretario dem Zingaretti oggi lo ha ripetuto un'altra volta: non c'è sul tavolo l'opzione di un governo Pd-M5s. Altra cosa, argomenta però un dirigente del Pd, se dovesse essere Salvini a staccare la spina, dando la possibilità a chi di dovere di esplorare la possibilità di un governo di salvezza nazionale. "Sarebbe piuttosto un governo di salvezza delle poltrone...", ironizza La Russa.
I passaggi più importanti per la Lega saranno l'Autonomia e la legge di Bilancio. Per la Lega "senza l'Autonomia non c'è il governo", ha spiegato il capogruppo della Lega alla Camera Molinari oggi in Aula rivolgendosi al ministro Lezzi. Venerdì ci sarà un altro vertice sul dossier sul quale spingono i governatori del nord.
Anche sulla manovra potrebbero affiorare nuovi contrasti. L'idea di istituire una sorta di workshop con le parti sociali, lanciata da Di Maio, è stata sposata dal premier Conte che punta ad una cabina di regia a palazzo Chigi. Si tratta, argomenta un dirigente della Lega, di un'ulteriore prova che è in atto un tentativo di isolare Salvini. È in atto, il 'refrain' di peones e big del Carroccio, un tentativo di 'bombardamento' nei confronti della Lega. Con il premier - questa la tesi - in prima linea, considerata la sua decisione di intervenire nell'Aula del Senato sulla questione russa il 24 luglio.
Il timore di un isolamento internazionale
Dietro le quinte si azzardano le ipotesi più ardite, come quella che nella divulgazione dell'audio di Savoini ci sarebbe lo zampino dei servizi francesi. Ma il pericolo è che la Lega venga isolata anche a livello internazionale. "Abbiamo tutti contro. Con noi ci sono solo gli israeliani... Anche i russi ci hanno voltato le spalle", dice un esponente di primo piano della Lega. Il 'rimedio' sarebbe quello di legarsi agli americani, aggiungono le stesse fonti.
Al di là di scenari futuri e di ragionamenti extra-parlamentari, per i leghisti la fotografia attuale è quella di una convergenza tra Pd e M5s su tanti, troppi punti. A cominciare dal voto di ieri sul presidente della Commissione Ue. Salvini ha lodato il comportamento dei suoi a Strasburgo ma ora il timore è che il commissario Ue che spetta all'Italia venga indicato dal Movimento 5 stelle. Il rischio è che un leghista possa essere impallinato.
Il destino di Giorgetti
In ogni caso fonti parlamentari della Lega indicano sempre in Giorgetti il nome più accreditato. Si tratterebbe di una sorta di 'sfida', questa la lettura, anche se lo stesso Salvini ha spiegato che sul tavolo ci sono diverse soluzioni. Intanto la tensione sulla questione russa provoca conseguenze sui lavori parlamentari, con continui litigi tra Pd e Lega ma anche tra i dem e M5s. Ha fatto particolarmente rumore lo scontro tra il dem Romano e la presidente della Commissione Giustizia, Businarolo: "Chi è incinta non può presiedere", avrebbe detto l'esponente Pd. Scontro che si è protratto anche durante il question time, trasmesso in diretta tv.
Il vicepresidente della Camera, Rosato, è stato costretto a sospendere la seduta, a causa della bagarre scoppiata tra il ministro dei Trasporti, Toninelli, e il gruppo dem. Si prevedono tensioni anche nelle altre commissioni: nella Commissione Difesa, per esempio, è attesa una delegazione russa che dovrebbe riferire sui sistemi di difesa aerei. "Faranno casino anche lì", dice un deputato del Carroccio. Mentre in Commissione Cultura è stato avviato l'iter della legge contro le fake news del Pd, con M5s che ha aperto alla possibilità di condividerne i principi.
Intanto Giorgetti prima ironizza esprimendosi in tedesco su un suo possibile approdo in Europa ("Nur Salvini spricht uber diese Geschichte", ovvero "Su questa vicenda parla solo Salvini"), poi si lascia andare ad una battuta che testimonia l'aria pesante nella maggioranza: "Spero di essere ancora in carica a settembre". Resta sicuramente in carica il viceministro leghista dell'Economia Garavaglia, che oggi è stato assolto dall'accusa di turbativa d'asta quando era assessore lombardo all'Economia.