Le polemiche che investono il Congresso mondiale delle Famiglie, in programma a Verona da venerdì 29 marzo a domenica, hanno spinto il presidente dell'Istat, Giancarlo Blangiardo, a rinunciare alla partecipazione.
Il demografo di area leghista doveva intervenire sabato in veste di 'professore di demografia' alla tavola rotonda 'Protezione della vita e crisi demografica". Ma è bastato che il suo nome comparisse sulla brochure ufficiale per scatenare una valanga di proteste.
La Cgil Flc e Femministat hanno avvertito che la partecipazione avrebbe messo "decisamente a rischio la reputazione del nostro Ente" in quanto si discute della "soppressione di diritti fondamentali conquistati dai movimenti delle donne e delle comunità Lgbt". Proteste erano arrivate anche da Usb pubblico impiego e da molti partiti, dal Pd a Leu e anche da M5s. Di presenza "inopportuna" aveva parlato Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia e deputata pentastellata.
Poi è arrivata la marcia indietro del presidente dell'Istat "per evitare", come è stato spiegato in una nota, "che una sua partecipazione come studioso venga interpretata come una decisione presa nell'incarico che ora ricopre".
Intanto si ampliano le adesioni alla manifestazione di protesta di sabato a Verona contro il Congresso e per il rispetto dei diritti delle donne e della comunità Lgbt, da Amnesty al Telefono rosa, del segretario della Cgil, Maurizio Landini, al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
Il vicepremier Matteo Salvini ha confermato che sabato sarà a Verona: "Nessuno intende negare i diritti acquisiti, la parità fra i sessi e la libertà di scelta delle donne", ha assicurato, "però nessuno mi può proibire di sostenere il futuro del Paese attraverso la famiglia che mette al mondo figli".
Il ministro della Scuola, Marco Bussetti, ha respinto le polemiche sulla sua partecipazione: "Sono stato invitato a un convegno e andrò ad esporre quello che è il mio pensiero rispetto a scuola e famiglia".
Non ci sarà, invece, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, pur rispettando le opinioni di tutti, mentre quello del Veneto, Luca Zaia, andrà a portare la sua "personale posizione sul rispetto della donna, la libertà di scelta" e la posizione "diffusa in Veneto rispetto alla condanna dell'omofobia senza se e senza ma".
A far discutere c'è anche la presenza tra i relatori di Silvana De Mari, medico e scrittrice di libri fantasy condannata per diffamazione perché secondo il giudice "offendeva in più occasioni l'onore e la reputazione delle persone con tendenza omosessuale" e sostenitrice di una relazione tra omosessualità e satanismo.
Sar