Comunione divorziati: rettore Lateranense, ben venga il dibattito
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Comunione divorziati: rettore Lateranense, ben venga il dibattito

Comunione divorziati: rettore Lateranense, ben venga il dibattito

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(AGI) - CdV, 19 set. - "Lo scambio di idee e di opinioni e' unaricchezza per tutti". Fresco di riconferma per il secondoquadriennio, monsignor Enrico dal Covolo, rettore dellaLateranense, l'Universita' del Papa, commenta cosi'l'iniziativa dei 5 cardinali che hanno pubblicato un libro cheprende posizione nel dibattito del Sinodo sui divorziatirisposati, negando che sia possibile modificare la prassi dellaChiesa su questo aspetto cosi' delicato. "Senza dimenticare cheil centro del dibattito non e' la comunione ai divorziatirisposati ma la famiglia che ha bisogno di essere tutelata",dal Covolo cita Francesco: "La famiglia e' il luogo in cuiGesu' nasce. Per questo il diavolo vuole distruggerla". "LaChiesa - spiega il vescovo salesiano in questa intervistaall'Agi - non e' una comunione di fotocopie. E' bene e salutareche su questioni complesse e sfidanti come il matrimonio e lafamiglia oggi il confronto sia vivo e non necessariamentemorbido". Aggiunge il rettore della Lateranense: "E' statadiversa la situazione al primo Concilio di Gerusalemme, ne' fudiversa all'ultimo: il Vaticano II. I cardinali agiscono sottola responsabilita' di cio' che il Papa stesso chiede loro: lacollegialita'". "Mi fanno un po' sorridere - confida - coloroche danno una lettura negativa di questo dibattito cosi' apertoe vivace. Non a caso gia' Giovanni XXIII, all'inizio delConcilio, dovette invitare la Chiesa ad avere speranza efiducia in Dio, rifuggendo dai 'profeti di sventura'". Alladomanda su come si possa offrire un aiuto per i divorziatirisposati, monsignor dal Covolo risponde: "non credo che cisiano risposte facili e pronte per tutto. Ne' che la Chiesatratti a cuor leggero queste domande. Noi tutti sentiamo unaprofonda e drammatica tensione tra il desiderio di custodireintatto cio' che abbiamo ricevuto dal Signore e le inquietudinie le attese dell'uomo contemporaneo. Ecco perche' - rivela -personalmente credo che alla fine occorrera' entrare nell'aulaSinodale non con i libri, ma con le ginocchia piegate persupplicare la luce di Colui che ha promesso di essere con noisempre". Secondo il rettore della Lateranense, in ogni caso,non e' corretto contrapporre la straordinaria potenzialita' delsacramento della confessione e l'immutabilita' della dottrinadel sacramento del matrimonio. "Questi due sacramenti - spiega- non sono in conflitto. Il perdono di Dio e' fuoco che citrasforma interiormente, noi andiamo alla confessione in virtu'della parola del Signore: 'Senza di me non potete far nulla'."Nella confessione frequente - aggiunge il presule - gli sposisono aiutati a coltivare una 'spiritualita' della resistenza'in una cultura che rende il cammino cristiano dell'amore irtodi ostacoli. Papa Francesco ha centrato il bersaglio quando hadetto: 'La famiglia e' il luogo in cui Gesu' nasce. Per questoil diavolo vuole distruggerla'". "Non sono certamente in grado- ammette monsignor dal Covolo - di anticipare le conclusionidel Sinodo, ma in esso nutro una grandissima speranza. Vorreidire, pero', che e' fuori dalla realta' pensare che il Sinodosulla famiglia si risolva nel dilemma 'comunione si', comunioneno'". "Quanto alla via pastorale per gli annullamenti - ricordaancora - Benedetto XVI ha aperto uno spiraglio in questo sensoe sono certo che al Sinodo se ne parlera'". "Personalmente lovedrei piu' come un percorso integrativo che alternativo",precisa pero' il rettore della Lateranense. "Il Papa emerito -ha indicato spesso quella che per molti e' una questionecruciale: il rapporto tra matrimonio e fede. Mi sovviene inquesto momento una sua dichiarazione da cardinale: Si dovrebbechiarire se veramente ogni matrimonio tra due battezzati e'ipso facto un matrimonio sacramentale. All'essenza delsacramento appartiene la fede". "Quello che mi piacerebbeuscisse dal Sinodo - afferma il vescovo - e' un forte impulsoper i missionari dell'ideale cristiano dell'amore. Una Chiesamissionaria che annunci a tutti, soprattutto ai giovani, labellezza dell'amore duraturo". In merito, dal Covolo citainfine le parole - attualissime - di Madre Teresa: "Moltopersone muoiono non per mancanza di cibo ma di amore". "Airegisti, ai romanzieri, ai cantanti, ai poeti - conclude ilrettore della Lateranense - vorrei dire: vi prego, ridate agliuomini la fede nell'amore". (AGI) Siz.
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