Come si fa a garantire o attuare una migliore integrazione? Alla domanda del quotidiano torinese La Stampa che lo intervista, il ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola risponde: “Vere politiche di integrazione in Italia non sono mai state fatte: occorre modificare la legislazione in modo da rendere meno ostile un fenomeno che si governa se, dall’Europa all’Africa, viene affrontato nella logica della solidarietà e della sicurezza”. Ma cosa significa “modificare la legislazione”? “Penso che si debba modificare la legge Bossi-Fini, visti gli insuccessi” è la risposta secca.
Secondo quest’impostazione, per il ministro ora il passo da compiere è quello di “accelerare gli investimenti per la crescita e quelli sulla svolta ambientale. Ci vuole un impegno per cambiare il trattato di Dublino. E servono nuovi strumenti sull’immigrazione, come i corridoi umanitari”. Perché, aggiunge, l’immigrazione è “un fenomeno strutturale” ciò che comporta la necessità di attuare “molta più politica estera”. “Dobbiamo essere presenti in Africa e darci nuove regole europee, tipo, appunto, corridoi umanitari gestiti da Onu e Ue che, a regime, eviterebbero i viaggi della morte in mare”.
Per Amendola, poi, l’esecutivo che ha ricevuto la fiducia alla Camera e al Senato tra lunedì e martedì, “non nasce dalla volontà di governi stranieri ma dalla sconfitta del progetto di Salvini. Proponeva un sovranismo isolazionista, è finita che si è trovato isolato in Europa e in Italia”. Però non ci sta il neoministro degli Affari europei Vincenzo Amendola ad essere accusato di far parte di un governo dettato da Merkel e Macron, una squadra europeista. Così dice: “È un’accusa ridicola”.
Secondo Amendola, l’accordo Pd-5Stelle “non era un patto preventivato, ma l’esigenza comune di dare credibilità alla definizione ‘svolta europea’” mentre “Salvini ha scelto invece la strada della distruzione, e i suoi stessi alleati lo hanno isolato” sostiene il ministro. E “lì si è rotto il rapporto tra due forze politiche: la scelta di votare la presidente Von der Leyen per il M5S è stata una scelta di campo” dichiara Amendola che dà atto ai 5Stelle “di un approccio pragmatico per cambiare le cose”.
Quanto a Salvini, insiste Amendola, l’ex vicepremier e ministro dell’Interno dell’alleanza gialloverde “ha subito una sconfitta madornale sul tema della nuova Europa. Era convinto che si sarebbe formato un asse dei moderati coi sovranisti, e invece ha scoperto dopo le Europee che chi vuole distruggere l’Europa è minoranza”. Per questo, aggiunge, la nomina di Paolo Gentiloni a Commissario con delega all’Economia è “non solo un successo di questo governo, ma un patrimonio delle opposizioni e di tutta l’Italia”.