Perché le parole di Gentiloni sui social network ci riportano alla centralità della politica
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Perché le parole di Gentiloni sui social network ci riportano alla centralità della politica
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  • Innanzitutto perché Gentiloni viene da una storia politica che ha sempre rispettato le istituzioni. Poi perché la comunicazione che ha studiato da sempre è quella dei discorsi politici come espressione massima del messaggio del leader. Anche il mezzo televisivo, studiato e utilizzato per anni, anche quando era presidente della Commissione di Vigilanza Rai, era considerato il luogo dove far passare un messaggio chiaro, tondo e ben scritto. Nulla di più lontano dai messaggi che circolano su molti social e che oscillano tra l’invettiva e la post-verità. “La politica è il luogo del confronto dialettico, non dell'odio o della post-verità" ha detto nel suo discorso programmatico Gentiloni.
  • Perché è vero che il web è parte integrante del presente e del futuro, lui stesso ha caldeggiato negli anni passati un rapporto più stretto del Pd con la rete ed ha un account twitter come ogni politico moderno che si rispetti. Ma sa che quel che circola su internet non può diventare il punto di riferimento unico della politica. Ci sono le persone in carne e ossa, quelle che vivono nel disagio e quelle che invece dopo la crisi stanno un po’ meglio di qualche anno fa grazie alle politiche del governo. Insomma c’è la verità, con i suoi lati positivi e con quelli negativi, che non può essere ridotta in 140 caratteri. Una stringatezza che comprime i discorsi tondi e ben scritti, che semplifica fino allo slogan, che a volte veicola post-verità che non sono altro che bugie. E proprio sugli slogan, sul ridurre tutto a invettiva e populismo si stanno concentrando molti dei ripensamenti delle diverse correnti del Pd rispetto alla comunicazione degli ultimi mesi. L’inseguire tematiche grilline o leghiste, analizzano in molti esponenti dem, ha portato a essere confusi con loro, indistinti e infine perdenti. Basta odio, ha chiesto Gentiloni alle Camere, ricordando ai deputati che, se possibile, non sono troll, ma rappresentanti dei cittadini.
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