L’Italia sta di fatto cambiando approccio all’innovazione, come dimostra l’accelerazione alla digitalizzazione tra gli italiani durante i mesi della pandemia. Lo dicono i numeri dell’ultimo report nazionale sulle startup e PMI innovative del Ministero dello Sviluppo Economico redatto in collaborazione con InfoCamere e con il supporto del sistema delle Camere di Commercio. Quelle iscritte al registro delle imprese sono 14.032, in aumento di 540 unità rispetto al trimestre precedente (+3,3%), costituendo il 3,6% di tutte le società di capitali di recente costituzione.
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività il 75,2 % delle startup innovative fornisce servizi alle imprese: produzione di software e consulenza informatica (37,9 %); attività di Ricerca e Sviluppo (14,2%); attività dei servizi d’informazione (8,6%). Invece, il 16,4 % opera nel manifatturiero. È una startup innovativa il 9,8 % di tutte le nuove società che operano nel comparto dei servizi alle imprese mentre per il manifatturiero la percentuale corrispondente è 6,4. La Lombardia si conferma al primo posto della classifica nazionale con 3.755 realtà. Seguono il Lazio (11,6% del totale) e la Campania (8,9%), poi Veneto e Piemonte. Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del secondo trimestre 2021 erano 2.640, il 18,8 % del totale nazionale. Al secondo posto Roma con 1.471 unità (10,5 %).
Il valore della produzione medio al 2020 è contenuto (187.000 euro, +15.000 euro circa in più rispetto al periodo precedente), ma risulta essere in crescita rispetto al secondo trimestre. Buono anche il dato del fatturato complessivo: un miliardo e 540 milioni di euro, 255 milioni in più rispetto a fine giugno. È in negativo il dato relativo al reddito operativo complessivo registrato nel 2020, in rosso per 122,7 milioni di euro (14,4 milioni in più rispetto a tre mesi fa). A chiudere il bilancio in perdita sono state il 53,4% delle imprese e si tratta di un dato sostanzialmente stabile da qualche trimestre. Questo anche, ma non solo, a causa della complessa situazione pandemica dovuta al Covid-19.
Un importante strumento a supporto dell’ecosistema è il Fondo Rilancio Startup, fondo da 200 milioni di euro stanziato dal Ministero dello Sviluppo economico e affidato in gestione a CDP Venture Capital Sgr per favorire un nuovo slancio nella delicata fase post pandemica. Il Fondo Rilancio Startup opera in co-finanziamento con investitori qualificati e/o regolamentati, che hanno recentemente investito, o stanno investendo in realtà particolarmente meritorie.
Caterina Siclari è la responsabile del Fondo Rilancio Startup di CDP Venture Capital Sgr, che ha avviato l’attività a gennaio 2021: qual è stata la risposta che avete avuto?
“La risposta è stata molto buona. abbiamo ricevuto al momento oltre 800 richieste di accreditamento da investitori qualificati o regolamentati, tra fondi di venture capital, acceleratori, incubatori, business angel, family office e che hanno dimostrato track record e investimenti in start up e PMI innovative nel loro storico. Quindi un numero che include non solo i più importanti investitori in Italia, ma anche gran parte dei business angels che in autonomia investono in progetti innovativi e che hanno candidato le loro startup e PMI in portafoglio. Tra le opportunità complessivamente ricevute, ne sono state deliberate più di un centinaio.
Quali sono i settori di prevalenza fra le candidature che ricevete?
“Il Fondo è trasversale e vi è una rappresentanza di tutti i settori dove l’innovazione è trainante. Chiaramente l’ICT è la fetta maggiore e arriva al 18%, ma c’è anche Healthcare al 14% al pari del settore Travel/Hospitality, il Fintech è al 10% e poi via via gli altri settori in uno scenario molto frammentato. ICT si presta un po’ di più rispetto agli altri settori perché c’è più digitale dove coltivare l’innovazione”.
Quanto è importante creare strumenti di raccordo fra gli operatori del venture capital in Italia?
“È molto importante. L’Italia è un Paese in cui gli investimenti (e gli investitori) sono molto frammentati e c’è bisogno di fare squadra. Il Fondo Rilancio di CDP Venture Capital, con la logica del co-matching ha la possibilità di concretizzare questo obiettivo e moltiplicare le risorse. Non solo, perché così facendo, vi è la possibilità di intercettare quali sono le startup e le PMI innovative (e i relativi team) più promettenti e dare agli stessi la liquidità necessaria a sviluppare i loro piani di business.