Vini: Consorzio Venezia fa rivivere i vigneti della Serenissima
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Vini: Consorzio Venezia fa rivivere i vigneti della Serenissima

Vini: Consorzio Venezia fa rivivere i vigneti della Serenissima

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(AGI) - Roma, 1 dic. - Recuperare la memoria di un passatoimpresso nei libri di storia, ricreare i vigneti dellaSerenissima e l'atmosfera delle locande goldoniane, restituirea Venezia il suo patrimonio viticolo e il ruolo di fervidoporto commerciale che ha avuto fin dai tempi piu' antichi.Scoprire l'origine, la provenienza e le caratteristiche delleantiche viti presenti in Laguna, campionarle e propagarle perdare vita a impianti che costituiscano una banca genetica dellevarieta' ricavate dallo studio. E' questo l'ambizioso progettodel Consorzio Vini Venezia che, nel 2010, ha iniziato unprogetto di ricerca insieme all'Universita' di Padova e Milano,il CRA-Vit di Conegliano e altri soggetti con lo scopo dicreare una mappatura delle vecchie viti di Venezia, studiandoneil Dna, per realizzare due vigneti: uno a Torcello, con laristrutturazione di un vecchio vigneto, e l'altro all'internodel convento dei Carmelitani Scalzi. Il progetto del ConsorzioVini Venezia si prefigge quindi di scoprire l'origine, laprovenienza e la caratteristica delle viti ancora presenti inLaguna attraverso lo studio del materiale genetico prelevatodalle piante. Nel 2010, grazie al supporto del professorAttilio Scienza, in collaborazione con un gruppo di tecnicidell'Universita' di Padova e Milano, il Centro di Ricerche perla Viticoltura di Conegliano e l'Universita' di Berlino, si e'intrapreso un lavoro di recupero di vecchi vigneti sparsi fraVenezia e le isole della Laguna, ricercando all'interno diconventi, broli, giardini e altri luoghi, nella speranza dirintracciare esemplari che si fossero salvati dalla fillossera. Venezia e' la citta' da cui e' partita la modernaviticoltura della terra ferma. Per scoprire la provenienza,l'identita' e l'entita' del germoplasma viticolo della lagunadiverso dai vitigni gia' conosciuti, e' stata pianificataun'indagine a tappeto su tutto l'areale. Le piante dacampionare sono state selezionate in base all'assenza diinformazioni precise sulla loro identita' da parte deiproprietari e al fatto che queste presentassero un aspettomorfologico che non riconducesse con chiarezza ai principalivitigni noti. I campionamenti sono stati effettuati in 11localita' comprese tra la laguna nord (isola di Torcello, delleVignole e di S. Erasmo), Venezia citta' e la laguna sud (LidoAlberoni, S. Lazzaro degli Armeni e Pellestrina). "La disponibilita' delle comunita' religiose, delle aziendeed anche dei privati hanno consentito la visione delle pianteed il prelievo di campioni per effettuare il Dna alle pianteche risultavano di origine incerta o avevano comportamentiparticolari - spiega Carlo Favero, direttore del consorzio. Questo ci ha permesso di raccogliere un patrimonio divarieta' molto interessante formato da tipi di viti conosciutema con "habitus" non caratteristici e particolarmenteresistenti alle malattie, accanto ad altre sconosciute. IlProgetto si prefigge dunque di scoprire l'origine, laprovenienza e le caratteristiche delle viti ancora presenti aVenezia attraverso l'analisi di materiale genetico prelevatodalle piante, ma vuole anche rafforzare una parte storica eimportante della viticoltura locale". Come spiegato nel libro dal titolo Il vino nella storia diVenezia, che e' stato presentato in questa giorni e cheracconta il progetto, sono state campionate complessivamente 68piante.(AGI)Bru
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