Russia: apre a Mosca prima fiera agroalimentare dopo embargo a Ue
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Russia: apre a Mosca prima fiera agroalimentare dopo embargo a Ue

Russia: apre a Mosca prima fiera agroalimentare dopo embargo a Ue

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(AGI) - Mosca, 15 set. - Cosa succedera' se in Russia iconsumatori inizieranno ad apprezzare l'uva armena o i kiwiiraniani, dimenticandosi della frutta italiana? E' solo uno deitimori che si respira tra i produttori del settoreortofrutticolo italiano, il piu' colpito dall'embargo russosull'agroalimenatre dalla Ue, ma che hanno comunque deciso dipartecipare alla fiera moscovita World Food, la prima delsettore a tenersi dopo l'introduzione delle contro-sanzionirusse contro Unione europea, Ue, Australia, Norvegia e Canada.All'Expocentre di Mosca, da oggi al 18 settembre, gliorganizzatori dell'evento puntano a rimodellare il mercatodell'agroalimentare russo dove, nel quadro delle nuovecondizioni dell'import, si impone un aumento della produzioneinterna e una diversificazione dei fornitori dall'estero. Tra l'imponente padiglione del Brasile e quello del SudAfrica, due dei Brics che rappresentano ora alcuni deicompetitor piu' minacciosi per l'Italia sul mercato russo, inostri produttori espongono le loro merci: caffe', pasta, vini,dolciumi tradizionali, ma anche frutta e verdura. "Siamo quiper una decisione strategica", racconta ad Agi NicolaZanotelli, direttore di From, consorzio trentino che e' ancheil maggiore produttore singole di mele in Europa e che inRussia commercializzava 25.000 tonnellate stagionali di merci,ora completamente bloccate. "Al di la' delle sanzioni, crediamoin questo mercato e abbiamo fatto investimenti, per cui vale lapena continuare a dimostrare ai clienti di essere semprepresenti", aggiunge il manager, ammettendo che con i grandidistributori si sta continuando a ragionare "come se il bandonon ci fosse, sperando che si tratti di un ostacolo solo abreve termine". From, per cui la Federazione rappresenta il 3%dell'export, ha intanto aumentato i volumi di consegne in Asia,Medio Oriente e Sud America, ma "non ha alcuna intenzione diseguire strade parallele" per compensare l'ammanco verso laRussia. Il riferimento e' alle triangolazioni che alcuneaziende italiane stanno facendo su Paesi esenti dal divieto,come Svizzera, Turchia e alcuni Stati dell'est Europa. "Sitratta di un'alternativa che puo' essere solo temporanea",sottolinea Gabriele Russo, dell'Unione nazionale organizzazioniproduttori ortofrutticoli (Unaproa), che a Mosca ha portato 4delle sue 128 aziende. "I controlli alle frontiere stanodiventato piu' severi e il fenomeno delle triangolazioni havita breve", aggiunge Russo, il quale dubita che iprovvedimenti di sostegno al settore varati dall'Ue sarannosufficienti. In molti vedono la stessa Russia come un possibileconcorrente, laddove si stanno facendo grandi investimenti persviluppare l'industria agroalimentare locale. Non solo c'e' chiha gia' iniziato a produrre mozzarella e formaggi conmacchinari italiani, ma c'e' anche chi ha avviato la richiestaal nostro Paese di tecnologia e know-how per confezionati icosiddetti "prodotti IV gamma", cioe' frutta e verdure fresche,lavate e pronte da mettere in tavola. Si tratta di uno deiprodotti commercializzati anche dal gruppo pugliese Nava e peril quale la Russia rappresenta il 20% della fatturazionediretta, come riferisce il direttore commerciale, AngeloAntresini. "Stiamo cercando di aumentare i volumi di consegnesoprattutto in Asia - spiega - ma quello che ci preoccupa dipiu' sono le perdite indirette e quelle pluriennali"."L'embargo al fresco - ha aggiunto - creera' un surplus sulmercato europeo, con squilibri che genereranno competizione trai paesi Ue, dando vita a una guerra dei poveri e danneggiandofortemente le nostre imprese". A trarne vantaggio saranno i"Paesi amici" della Russia, tra cui in prima fila compaiono iBrics. Gli stessi organizzatori della World Food fanno sapereche quest'anno hanno rafforzato la loro presenza in fiera:Turchia, Egitto, Marocco, Serbia, Cina, i Paesi dell'AmericaLatina e quelli del Medio Oriente. Sono oltre 1600 le compagniepresenti alla World Food e provenienti da 73 Paesi, di cui 42sono presenti con padiglioni nazionali. Grande protagonista e'la Cina, ma anche l'America Latina e il Sud Africa, che comparetra gli sponsor dell'iniziativa. Nello stand dell'Argentina,per esempio, alcuni produttori di frutta si dicono certi di unaumento degli ordini in seguito alle contro-sanzioni imposteall'Occidente. "Stiamo gia' esportando in Russia, fuoristagione, le nostre pere - racconta il responsabile diun'impresa argentina - e' qualcosa che non era mai successoprima". Anche se per conteggiare, dati alla mano, i vantaggiofferti all'America Latina dall'embargo russoall'ortofrutticolo europeo bisognera' aspettare marzo-aprile.(AGI)Ruy/Pit
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