(AGI) - Roma, 19 lug. - Il Corpo forestale dello Stato in collaborazione con la Forestale friulana, su delega della Procura della Repubblica di Udine, ha posto oggi sotto sequestro i terreni nel comune di Colloredo di Monte Albano (Uine) dove sono state piantumate coltivazioni di mais MON 810 transgenico su una superficie di 6.500 metri quadrati. E' in corso l'opera di distruzione con mezzi meccanici di tutte le piante OGM seminate. La distruzione procede a rilento e con molta attenzione perche' i Forestali hanno rinvenuti numerosi chiodi metallici infissi all'interno delle piante che possono danneggiare le macchine operatrici. Sono indagati coloro i quali hanno affittato i campi e lo stesso coltivatore. Lo riferisce una nota stampa del comando nazonale del Corpo forestale dello Stato.
Il Cfs "sta conducendo dal 2013 importanti attivita' operative - aggiunge la nota - mirate a monitorare i campi seminati in Friuli Venezia Giulia, ad accertare le contaminazioni di polline OGM sulle colture convenzionali e ad applicare la normativa nazionale relativa al divieto di coltivazione, attraverso attivita' di iniziativa e su delega della Procura di Udine". Quest'ultima con lo stesso Corpo forestale ha applicato la specifica norma sanzionatoria di tipo penale stabilita dal decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014, che ha previsto nuove norme di diritto penale per chiunque violi i divieti di coltivazione (di OGM) secondo le quali rischierebbe la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 10mila a 30mila euro. E' stato accertato nei precedenti interventi di analisi che, a causa dell'inquinamento irreversibile che essi provocano in tutte le aree agricole, chi ha introdotto sul proprio territorio la coltivazione degli OGM non riesce poi in modo efficace a produrre vegetali che ne siano privi. Di recente il Consiglio europeo dei ministri ha deliberato circa la possibilita' per ogni Paese dell'Unione europea di potere scegliere la coltivazione o meno sul proprio territorio della coltura di organismi OGM al fine di potere adottare le scelte migliori per la valorizzazione e la tutela della qualita' delle proprie produzione agricole, convenzionali e biologiche, molte volte di sicura eccellenza a livello mondiale.
Il governo italiano per dare un'efficace risposta all'esigenza di salvaguardia delle proprie tipologie di agricoltura e per tutelare i cittadini ha adottato, prima, il decreto interministeriale 12 luglio 2013 dei ministri dell'Ambiente, della Salute e delle Politiche agricole alimentari e forestali che prevede per diciotto mesi il divieto di coltivazione della varieta' MON 810 e successivamente di recente ha completato il quadro normativo con l'adozione del decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014. Con tale decreto legge per la prima volta e' stata introdotta nell'ordinamento italiano una specifica fattispecie di norma penale che punisce la violazione al divieto di coltivare OGM, prevedendo quindi il reato di coltivazione degli stessi OGM. Ne deriva che spetta alle Regioni definire nell'ambito del proprio territorio, sulla base dei rilievi effettuati dagli organi di polizia giudiziaria, le modalita', i tempi e le misure che gli eventuali trasgressori devono adottare a proprie spese per rimuovere le coltivazioni vietate. L'attuale impianto normativo mira a garantire - conclude la nota del Cfs - la tutela della qualita' delle produzioni agroalimentari nazionali, eccellenza del made in Italy, "che in questo momento di forte recessione rappresentano una dei pochi settori nazionali in controtendenza e contribuiscono non solo alla stabilita' sociale ed economica delle nostre campagne ma indirettamente anche all'equilibrato assetto idrogeologico dei territori".