Libri: Sangiorgi-Zinzani, "Sangiovese vino di Romagna"
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Libri: Sangiorgi-Zinzani, "Sangiovese vino di Romagna"

Libri: Sangiorgi-Zinzani, "Sangiovese vino di Romagna"

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(AGI) - Roma, 19 set. - Il Sangiovese e' uno dei vitigni piu'diffusi in Italia e all'estero, ma le sue origini sono ancorain parte misteriose e discusse. Per tale motivo, ogni documentoantico che getta luce su tale argomento e' accolto con grandeinteresse; come la scoperta nell'Archivio di Stato di Faenza diun atto notarile del 1672 che attesta gia' all'epoca lacoltivazione del Sangiovese nel territorio di Casola Valsenio,nell'Appennino faentino in Romagna. E' il primo documento notoche riporta il termine Sangiovese, preceduto solo da un paio dicitazioni, ma con denominazioni diverse. Partendo dal documento, Beppe Sangiorgi, storico egiornalista, ha sviluppato una ricerca sull'origine del nome,sulla culla del Sangiovese e sulle sue successive vicendeconsultando circa 200 testi italiani e stranieri editi dal 1600a oggi. Ricerca pubblicata, per iniziativa del Consorzio Vinidi Romagna e con prefazione dello storico dell'alimentazioneMassimo Montanari, nel libro "Sangiovese vino di Romagna -Storia e tipicita' di un famoso vitigno e di un grande vino",Valfrido Edizioni (Faenza) in collaborazione con Consorzio Vinidi Romagna. Volume che nella seconda parte, curata da GiordanoZinzani, enologo e presidente del Consorzio Vini di Romagna,descrive il terroir romagnolo e le varie tipologie edenominazioni nelle quali si articola l'attuale produzioneviticola ed enologica del Sangiovese in Romagna. Incrociando la constatazione che il Sangiovese e'inizialmente presente nell'area imolese-faentina con laconvinzione di gran parte degli studiosi che individuanol'origine del Sangiovese nella parte montana dell'AppenninoTosco-Romagnolo, Sangiorgi ha ipotizzato che la culla di talevitigno, figlio di un vitigno toscano e di un vitignomeridionale emigrato in Toscana, sia stata nella prima meta'del secondo millennio la parte alta delle vallate dei fiumiLamone, Senio e Santerno. E precisamente i monasterivallombrosani di Crespino e Santa Reparata (Marradi), Susinana(Palazzuolo sul Senio) e Moscheta (Firenzuola), tre comuniamministrati da Firenze ma posti nel versante romagnolodell'Appennino. Dai gioghi dell'Appennino il vitigno e' sceso, da una partelungo le vallate faentine e imolesi prendendo il nomedialettale di sanzuves (contrazione di sangue dei gioghi) e poisanzve's, italianizzato in sangiovese, nome che ha sempremantenuto diffondendosi nel '700 nel resto della Romagna.Dall'altra parte, e' sceso in Toscana assumendo i nomi diSangiogheto, Sangioeto, San Zoveto e Sangioveto e solo dallameta' dell'800 di Sangiovese. Il vitigno non solo ha assuntodue nomi differenti di qua e di la' dell'Appennino, ma hasviluppato nei secoli anche caratteri diversi stante la suagrande sensibilita' al terroir. A partire dalla meta' dell'800 il Sangiovese e ilSangioveto si sono poi diffusi nelle altre regioni dell'Italiacentrale e, verso la fine del secolo, la denominazioneromagnola "Sangiovese" si e' via via affermata, anche inToscana. E non solo dal punto di vista linguistico, ma anchemateriale, attraverso il reimpianto dei vigneti distrutti dallafillossera. L'identita' romagnola del Sangiovese e il suo strettolegame con il territorio vengono rimarcate da Giordano Zinzaniattraverso la descrizione del terroir e la presentazione dellevarie tipologie e denominazioni nelle quali si articolal'attuale produzione viticola ed enologica di tale vitigno inRomagna. Cominciando dal "Romagna DOC Sangiovese" e proseguendocon il Sangiovese dei "Colli" romagnoli e il Sangiovese IGT.(AGI)Bru
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