Export: Sicilia spinta da performance distretti agricoli e vino
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Export: Sicilia spinta da performance distretti agricoli e vino

Export: Sicilia spinta da performance distretti agricoli e vino

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(AGI) - Palermo, 16 giu. - Segnali positivi, sul frontedell'export, giungono anche in Sicilia da comparti tipici delmanifatturiero che hanno mostrato tassi di crescitainteressanti nell'ultimo anno e che, in prospettiva, potrannosvolgere un ruolo trainante: l'export di macchinari perl'industria ha registrato un incremento record dell'11,3% nel2014, mentre quello agroalimentare e' cresciuto del 3,8%,spinto soprattutto dalla performance dei distretti (deipomodori pachino di Ragusa e Siracusa, dell'ortofrutta diCatania, dei vini di Agrigento, Palermo e Trapani), sorti inanni recenti come soluzione alternativa agli effetti dellacrisi e che solo nel 2013 hanno esportato per piu' di 200milioni di euro. E' quanto emerge da "Restart", il rapporto conle previsioni sui trend dell'export italiano per il 2015-2018,presentato dal gruppo assicurativo-finanziario Sace, che apreuna sede nel capoluogo, nei locali di Confindustria Sicilia. Grazie al posizionamento geografico strategico, i mercatidi riferimento per le esportazioni siciliane sono oggiprincipalmente quelli nordafricani e mediorientali: la Turchiain primis, che da sola pesa per il 10% dell'export totale,seguita con performance eterogenee, da Egitto, Algeria, Tunisia(in rallentamento nell'ultimo anno) ed Emirati Arabi e ArabiaSaudita. Da segnalare anche il buon posizionamento in mercatipiu' lontani come Corea del Sud e Sud Africa. Secondo leprevisioni di Sace, le esportazioni italiane di benicresceranno del 3,9% nel 2015, un tasso doppio rispetto aquello registrato nel 2014 e atteso in progressivo aumento neltriennio 2016-2018, fino ad attestarsi al 5%. Un trend positivodi cui potranno beneficiare anche le imprese siciliane, benposizionate in diversi comparti di punta dell'export Made inItaly, come le tecnologie industriali e la filieraagroalimentare. "La crisi economica ha messo ancor piu' in evidenza lanecessita' di intercettare ricchezza dai mercati esteri pertornare a dar linfa ai nostri. E l'unico strumento per centrarel'obiettivo e' quello di puntare sulla manifattura che, inSicilia, e' il settore che ha sofferto di piu'. Un dato sututti: dal 2008 ad oggi il manifatturiero ha perso nell'Isolail 26 per cento contro un -2 per cento del settore pubblico. E'chiaro che cosi' non si va da nessuna parte", ha sostenutoGiuseppe Catanzaro, vice presidente di Confindustria Sicilia,"per questo e' necessario reimpostare le politiche industrialia sostegno degli investimenti. Ma anche utilizzare al megliostrumenti fondamentali come quelli offerti da Sace, che siamolieti di ospitare all'interno dei nostri uffici, se vogliamoimmaginare, anche in Sicilia, una manifattura 4.0". "La crescita e' una priorita' assoluta per l'Italia, e loe' ancor di piu' per la Sicilia. E l'export e' una levafondamentale per rilanciare l'economia - ha dettol'amministratore delegato di Sace, Alessandro Castellano -l'ufficio di Palermo sara' il nostro avamposto in questaRegione, dove il ruolo di Sace puo' davvero fare la differenzaper sostenere una maggiore internazionalizzazione. Da quipunteremo di piu' verso i mercati del futuro - pensiamo anche anuove frontiere africane come Mozambico, Ghana, Senegal, Angola- insieme alle tante aziende siciliane che si stannoaffacciando ai mercati esteri". "Solo nell'ultimo anno, per leproprie attivita' di export e internazionalizzazione, oltre5.0000 aziende del Centro-Sud, si sono rivolte a Sace - haaffermato Simonetta Acri, direttore della Rete Italia - che hagarantito flussi commerciali per circa 1,5 miliardi di euro,servendo oltre 500 imprese nella sola Sicilia". (AGI)Mrg
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