(AGI) - Mosca, 19 set. - Continua "il settembre italiano" a Mosca, dove oggi al museo Pushkin e' stata inaugurata la mostra "Piranesi. Prima e Dopo. Italia-Russia. XVIII-XXI secolo" (20 settembre al 13 novembre), che presenta al pubblico anche capolavori mai visti, grazie ad un lavoro di ricerca pluriennale sulle relazioni culturali fra l'Italia e la Russia. Non a caso l'ambasciatore a Mosca Cesare Maria Ragaglini ha parlato di "un'esplosione qualitativa e quantitativa della cooperazione culturale" tra i due paesi, citando anche la mostra su Raffaello, in corso sempre al Pushkin, e la recente tourne' del teatro La Scala al Bolshoi.
Dopo piu' di quarant'anni dall'ultima mostra monografica a Mosca, l'esibizione - composta da 400 opere, di cui oltre 100 di Piranesi - affronta la produzione di Giovanni Battista Piranesi, con uno sguardo innovativo sia per la prospettiva scientifica, che per la proposta espositiva. Al centro non vi sono solo la figura e l'opera del grande incisore veneto, ma per la prima volta ne viene analizzata la fortuna in Russia, dal XVIII secolo all'epoca sovietica. Basti pensare che uno dei maestri di Piranesi, Giuseppe Valeriani, subito dopo averlo formato, si trasferi' in Russia per diventare il primo scenografo dei teatri imperiali di San Pietroburgo; Piranesi stesso ebbe committenti russi, fra cui l'imperatrice Caterina II, che si lamentava di avere solo 15 tomi di Piranesi. Accanto alle incisioni dell'artista veneto - alcune mai esposte al pubblico moscovita pur facendo parte della collezione del Pushkin - sono visibili capolavori dell'avanguardia russa con le opere di Kosntantin Melnikov, Ivan Leonidov e Jakov Chernikov. Si tratta di una pagina di grande importanza e non ancora sufficientemente esplorata per gli scambi artistici tra Italia e Russia. La mostra e' stata ideata da Federica Rossi, Marina Maiskaja e Semen Michailovskij, con la partecipazione dell'Istituto italiano di cultura. (AGI)
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