Roma - Oltre a curare le ferite fisiche, bisognerebbe fare attenzione anche quelle psicologiche. Trascurare lo stress generato da un evento cosi' drammmatico come quello dell'ultimo terremoto puo' avere effetti negativi sulla salute cardiaca. Tanto che il 15 per cento della popolazione sana colpita dal terremoto potrebbe sviluppare una malattai del cuore. A lanciare l'allarme sono stato gli specialisti che si riuniranno, da dopodomani fino al 31 agosto, a Roma per il Congresso europeo di cardiologia (Esc).
Il primo effetto dello stress e' l'attivazione di un "sistema di allarme" che, se rimane sempre acceso, ha come conseguenza la secrezione di alcuni ormoni (adrenalina, noradrenalina, e glucocorticoidi) e l'aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco. Se questo stato prosegue per troppo tempo porta ad un inevitabile affaticamento del cuore e dei vasi. Successivamente, i vasi tendono ad ispessirsi per resistere al continuo flusso ad alta velocita' del sangue; il cuore si "stanca" producendo un ispessimento delle pareti del ventricolo sinistro. Ma lo stress innesca anche una produzione eccessiva di globuli bianchi che "intasano" i vasi sanguigni. "Un meccanismo complesso a cui si deve rispondere con politica di assistenza psicologico-sociale alle popolazioni colpite dal sisma per non rischiare tra 5-10 anni di assistere ad un picco epidemiologico che potrebbe interessare il 15 per cento della popolazione privi di una storia di malattie cardiovascolari anche in pazienti altrimenti sani", ha aggiunto Michele Gulizia, direttore di Cardiologia dell'Ospedale Garibaldi di Catania e Local Press Coordinator del Congresso. "Da non sottovalutare anche l'esposizione acuta e per molte settimane a polveri e particelle ultra fini, macerie, amianto, diossina, metalli pesanti come piombo e residui di lampadine e strumenti elettrici, che possono causare - ha continuato - problemi respiratori, tosse, secchezza delle mucose. Fenomeni che a seconda dell'ampiezza delle aree interessate da crolli possono essere sovrapponibili a quella che fu chiamata 'la Sindrome di Ground Zero' che interesso' centinaia di abitanti e soccorritori esposti alle macerie e ai fumi, che, venne calcolato, contenevano detriti in cui erano presenti oltre 2500 contaminanti tossici, che colpi' occhi e apparato respiratorio in primis ma che dopo anni dopo furono collegati anche ad alcuni casi di tumore, nei soggetti esposti alle fasi di pulitura delle macerie nei mesi successivi". (AGI)