Salute: neurologi, malati Sla saliranno del 20% in 25 anni

Salute: neurologi, malati Sla saliranno del 20% in 25 anni
 Epilessia neurologia esami clinici neurologici - afp

Roma - Con circa 5.000 pazienti solo in Italia, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), malattia neurodegenerativa associata ad una progressiva compromissione della muscolatura volontaria, sembra essere in costante aumento: studi recenti, infatti, stimano che la sua prevalenza tendera' a salire nei prossimi 25 anni di circa il 20% nei paesi industrializzati, mentre di oltre il 50% nei paesi del terzo mondo, questo anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. E' in occasione della Giornata Nazionale della SLA, che si celebra il prossimo 18 settembre, che la Societa' Italiana di Neurologia (SIN) fa luce sulle piu' importanti novita' scientifiche messe a punto dalla ricerca. "La ricerca scientifica sta facendo registrare importanti progressi nella definizione delle cause della SLA - ha affermato Adriano Chio', Coordinatore del Centro SLA del Dipartimento di Neuroscienze, Universita' degli Studi di Torino e Azienda Ospedaliero Universitaria Citta' della Salute e della Scienza di Torino - nella scoperta di nuove strategie terapeutiche nonche' nella messa a punto di nuove tecniche diagnostiche. In quest'ultimo campo, infatti, sia le neuroimmagini basate sulla risonanza magnetica, che utilizzano nuove modalita' di raccolta e analisi dei segnali, sia quelle di medicina nucleare, attraverso la ricerca di nuovi marcatori piu' specifici per la SLA e di modalita' di studio del midollo spinale, stanno progressivamente migliorando la capacita' dei neurologi di differenziare la SLA da patologie differenti".
Inoltre, a contribuire alla definizione delle cause della SLA e' la creazione di consorzi internazionali per lo studio della genetica della malattia che sta progressivamente chiarendo i fattori di rischio genetici della malattia. Analogamente, un ampio consorzio europeo per lo studio dei fattori di rischio ambientali sta portando a termine un importante sforzo transnazionale congiunto, il primo di tale ampiezza nell'ambito delle patologie neurodegenerative, volto all'individuazione dei fattori ambientali che regolano la comparsa e le modalita' di progressione della malattia e alla identificazione dell'interazione fra i fattori di rischio esogeni e il background genetico dei pazienti. In altri termini, la ricerca sulla SLA sta entrando rapidamente nell'era dei big data e i ricercatori italiani sono stati fondamentali per la creazione e la conduzione di tali consorzi. Anche lo studio di nuove terapie per la SLA e' in costante progresso, nonostante le difficolta' dovute dall'incertezza ancora esistente sui meccanismi alla base del processo neurodegenerativo della malattia. Sono in corso di studio diversi farmaci con vari meccanismi d'azione, fra i quali il miglioramento della funzione muscolare, la regolazione del processo di neuroinfiammazione e, in modo ancora piu' mirato, il blocco della sintesi di proteine alterate a causa di mutazioni genetiche. La possibilita' di una terapia per la SLA sembra oggi piu' che mai avvicinarsi. (AGI)