Milano - In Europa si stimano 3 milioni di casi di polmonite l'anno. Nel 2013 sono stati oltre 120.000 i decessi per polmonite. Nello stesso anno, in Italia i decessi per polmonite sono stati oltre 9.000, quasi tre volte quelli per incidenti stradali e venti volte quelli causati dall'influenza. Eppure, la maggioranza delle persone a rischio non si sente tale e non si informa su come prevenire la malattia. E' quanto emerge dalla ricerca PneuVUE? condotta tra novembre 2015 e febbraio 2016 da Ipsos MORI per conto di Pfizer in 9 Paesi europei tra cui l'Italia, su un campione di 9.000 adulti con almeno 50 anni di eta'. Gli Italiani sembrano essere tra i piu' informati in Europa: il 95% dichiara di sapere cosa sia la polmonite e il 90% la identifica come una infezione polmonare (totale Europa 88% e 80% rispettivamente). Eppure non c'e' molta consapevolezza sulla prevenzione, in Italia solo il 5% si vaccina. Il rischio percepito e' particolarmente basso: un adulto anziano su due (54%) si sente solo leggermente a rischio e solo il 12% di chi ha una malattia polmonare si considera molto a rischio. Inoltre, solo il 36% sa che alcune forme di polmonite possono essere contagiose e una persona su sei (16%) crede che "la polmonite non colpisce le persone sane e in forma", percentuale maggiore tra gli over 65 e tra i soggetti ad alto rischio. "Spesso negli adulti sani manca la consapevolezza del rischio potenziale di contrarre malattie infettive e vi e' quindi l'errata percezione di non aver bisogno dei vaccini - commenta Francesco Blasi, Professore ordinario all'Universita' degli Studi di Milano e Responsabile dell'U.O. di Broncopneumologia presso l'IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Ca' Granda. "Nella realta' tutti siamo a rischio di contrarre la polmonite da pneumococco. L'eta' adulta e' di per se' un fattore di rischio per la polmonite, e l'invecchiamento sano e' il risultato anche, in alcuni casi, di scelte come la vaccinazione, per prevenire non solo l'infezione ma anche condizioni cliniche piu' serie a livello di complicanze e mortalita', soprattutto negli anziani."
In linea con la media europea, il 46% degli intervistati italiani crede che "la polmonite puo' solo essere curata, ma non prevenuta". Quasi tutti (91%) sostengono che "mantenersi sani e in forma" sia efficace quanto "non fumare" (91%), il 92% segue "una dieta sana" e il 53% si e' sottoposto "a tutti i vaccini raccomandati", dato che in Europa raggiunge il 68%. "Non e' vero che la polmonite puo' essere solo curata e non prevenuta, come indica la meta' degli intervistati. Uno stile di vita corretto, che includa l'attivita' fisica ed escluda comportamenti dannosi come ad esempio il fumo, e' senz'altro utile ma non basta. - aggiunge Blasi - La polmonite da pneumococco e' tuttora una delle principali cause di decesso per malattie infettive. Nel 2013, solo in Italia si sono registrati oltre 9.000 decessi per polmonite, quasi tre volte quelli dovuti a incidenti stradali e venti volte quelli causati dall'influenza." La consapevolezza sul vaccino e' molto bassa in Italia: 2 persone su 3 con malattia polmonare e 8 su 10 del gruppo ad alto rischio di contrarre la polmonite non ne conoscono l'esistenza. La maggioranza del campione (86%) ritiene che i vaccini "aiutino a prevenire le malattie infettive" e uno su due dichiara che "vaccinarsi contro la polmonite" e' una misura di prevenzione efficace. Eppure, solo il 4% degli adulti si e' vaccinato, percentuale che "sale" al 5% tra soggetti a rischio di contrarre la malattia. Analizzando il percorso dei pazienti dalla consapevolezza sulla malattia fino alla vaccinazione, emerge che solo il 19% di chi e' a conoscenza del vaccino vi si sottoporra' effettivamente. "L'unico strumento di prevenzione primaria efficace per evitare l'infezione da pneumococco e prevenire sia lo sviluppo delle malattie sia le complicanze che il batterio puo' portare, e' la vaccinazione - osserva Michele Conversano, Past President della S.It.I. Societa' Italiana di Igiene e Presidente di HappyAgeing - in particolare, con il vaccino coniugato si genera nel sistema immunitario un meccanismo di "allerta" pronto a reagire nel caso di infezione da pneumococco. Negli adulti e' sufficiente un'unica somministrazione". (AGI)