Salute: Fondazione D'Amico, da scoperta speranza per cura diabete
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Salute: Fondazione D'Amico, da scoperta speranza per cura diabete

Salute: Fondazione D'Amico, da scoperta speranza per cura diabete

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(AGI) - Milano, 26 giu. - Grazie ai risultati di unarivoluzionaria ricerca condotta dalla Fondazione D'Amico per laRicerca sulle Malattie Renali, pubblicata sulla rivistainternazionale Journal of Pathology e presentata a Milano dalprofessor Giuseppe D'Amico, artefice e presidente dellaFondazione, "si apre la speranza concreta di poter finalmentecombattere e sconfiggere la nefropatia diabetica e altremalattie del glomerulo renale sinora incurabili". I malati didiabete in tutto il mondo sono piu' di 300 milioni e cresconodi anno in anno. La forma piu' diffusa e' il diabete "di tipo2", detto anche diabete mellito, causato principalmentedall'obesita': si calcola che entro il 2020 piu' di 100 milionidi persone saranno affette da questa grave complicanza, chedistrugge completamente la funzione renale e richiede per imalati la dialisi a tempo indeterminato o il trapianto di reni. La ricerca per la cura di questo tipo di malattie e' partita dauna intuizione, in seguito provata sperimentalmente, delladottoressa Maria Pia Rastaldi, coordinatrice del team diricerca della Fondazione D'Amico. L'equipe ha verificato che lepiu' importanti cellule dei reni, dette "podociti", hannomodalita' di funzionamento simili a quelle delle cellule delsistema nervoso centrale, i neuroni. Alcuni fattori essenzialiper la crescita e il buon funzionamento dei neuroni mostranoinfatti le stesse specifiche funzioni anche a livello deipodociti. Il team della Fondazione D'Amico ha dimostrato inparticolare che un fattore neurotrofico normalmente prodottodal cervello, il "Brain Derived Neutrophic Factor" (BDNF),esercita anche sulla struttura del podociti un effettoprotettivo, con riduzione della perdita proteica. Cio' siverifica anche nel diabete di tipo 2, nel quale il danno renalee' caratterizzato da un danno ai podociti. Gli stessiricercatori hanno quindi chiarito quali sono i meccanismi cheprovocano l'effetto protettivo del BDNF a livello delle cellulepodocitarie, elaborando cosi' un'efficace strategia percontrastare la malattia. "Se questo effetto verra'ulteriormente confermato - spiegano i ricercatori - la medicinadisporra' di un'arma ad alto potenziale per la cura di moltemalattie renali non ancora curabili, a cominciare proprio daldiabete di tipo 2. .
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