Lavoro: Camusso a Renzi, rompa indugi e investa per occupazione
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Lavoro: Camusso a Renzi, rompa indugi e investa per occupazione

Lavoro: Camusso a Renzi, rompa indugi e investa per occupazione

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(AGI) - Roma, 19 lug. - "E' davvero ora che il governo Renzirompa gli indugi e agisca per attuare la prima vera riforma cheserve all'Italia: difendere e allargare l'occupazione, trovarerisorse per investire nel lavoro". Lo afferma in una nota ilsegretario generale della Cgil Susanna Camusso "Da partedell'esecutivo - aggiunge la sindacalista - e' ora di cambiarestrategia: bisogna che il Presidente del consiglio nelle visitepastorali non porti ai lavoratori delle fabbriche indifficolta' solo parole, televisioni e giornalisti maprovvedimenti, politiche industriali e risorse. Al mondo dellavoro e della produzione serve una maggiore incisivita' nelladifesa e nell'allargamento dei livelli produttivi,dell'occupazione, della capacita' competitiva del Paese. Tuttoquesto non lo vediamo nelle preoccupazioni e nelle azioni di ungoverno impegnato solo nelle controverse leggi costituzionali eelettorali. Anche gli 80 euro, che abbiamo salutato coninteresse, se restano l'unica politica del governo percontrastare la crisi, non avranno efficacia. Oggi - sottolineail segretario della Cgil - hanno scioperato i lavoratori delleAcciaierie Speciali Terni, in difesa del loro posto di lavoro,contro le decisioni della ThyssenKrupp di ridurre i volumiproduttivi e per chiedere al governo un piano siderurgiconazionale che dia finalmente a questo settore industriale,strategico per il Paese, le condizioni necessarie persvilupparsi, garantire l'occupazione e lo sviluppo dell'insiemedell'industria italiana". "Ma non c'e' solo Terni - prosegueCamusso - e il settore siderurgico con l'Ilva e Piombino, arisentire dell'inerzia e della sottovalutazione della crisiindustriale, della deindustrializzazione, della quotidianaspoliazione del capitale umano, tecnologico e manifatturiero,che sta compiendo il governo Renzi. Non passa giorno senzaassistere alla chiusura di aziende grandi e piccole, che lanostra tecnologia e la nostra capacita' di innovazione eproduttiva venga acquisita e trasferita all'estero, lasciandonel nostro Paese fabbriche chiuse e lavoratori licenziati.Nelle stesse aziende a controllo pubblico, come l'Eni, siscelgono strade di deindustrializzazione invece che diinvestimento, espansione e internalizzazione: ultimo casoquello della raffineria di Gela. E nel settore metalmeccanico,in quello tessile, delle costruzioni, della chimica, non passagiorno che il sindacato si debba confrontare con la durarealta' di chiusure e la messa in liberta' di lavoratori, senzaper altro poter garantire gli strumenti che fino ad oggi hannoattutito l'impatto della piu' grande crisi economica daldopoguerra. Infatti, ancora mancano le risorse necessarie allacopertura degli ammortizzatori sociali e il governo si limita adenunciare la situazione, quasi che fossero altri a doverprovvedere. E' una situazione diventata insostenibile che nonpuo' piu' continuare", conclude Camusso. (AGI).
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