Così Donald Trump vuole l'iPhone made in Usa
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Così Donald Trump vuole l'iPhone made in Usa

Così Donald Trump vuole l'iPhone made in Usa

di Francesco Russo
 Donald Trump (Afp)
 Donald Trump (Afp)
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La produzione di Apple in Cina e il sosegno di Tim Cook a Hillary Clinton

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Hillary Clinton  (afp)
Hillary Clinton  (afp)
Il gruppo di Cupertino assembla i suoi prodotti in Cina, mentre i componenti vengono fabbricati principalmente in Cina, Giappone e Taiwan. Già durante le primarie repubblicane, promettendo di riportare in patria parte della produzione delle grandi aziende Usa, Trump aveva più volte citato in maniera esplicita Apple. "Riporterò indietro i posti di lavoro", ha dichiarato 'The Donald' lo scorso marzo, "porterò Apple a costruire i suoi computer nel nostro territorio e non in Cina. Come ci aiuta se lo fanno in Cina?". Ciò spiega perché l'amministratore delegato di Apple, Tim Cook, abbia sostenuto il candidato dei Democratici, Hillary Clinton, organizzando anche una raccolta di fondi per l'organizzazione che ne curava la campagna elettorale. Trump ha inoltre invitato a un boicottaggio dei prodotti Apple lo scorso febbraio, quando la compagnia ha rifiutato di concedere all'Fbi l'accesso all'iPhone di uno dei terroristi autori della strage di San Bernardino.

La telefonata tra Tim Cook e Donald Trump

 Tim Cook
 Tim Cook
In un'intervista concessa al New York Times lo scorso 23 novembre, Trump raccontò di aver ricevuto una telefonata da Cook, al quale avrebbe promesso sgravi fiscali tali da convincerlo a produrre sul suolo americano. "Gli ho detto: 'Tim, sai che una delle cose che per me costituirebbero un vero traguardo è quando porterò Apple a costruire un grande stabilimento negli Stati Uniti, o molti grandi stabilimenti negli Stati Uniti", spiegò il presidente eletto, "invece di andare in Cina, in Vietnam e nei posti dove andate, farete i vostri proprio qui". "Capisco", sarebbe stata la risposta del numero uno di Cupertino, che non ha ancora rilasciato commenti sulla sua conversazione con il neo presidente.

Le armi di Trump

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