Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, a proposito di un possibile salvataggio pubblico di Alitalia, ha dichiarato lo scorso 25 aprile: "I cittadini italiani hanno già messo circa 7 miliardi e 400 milioni sui vari progetti di salvataggio, credo sia sufficiente”. La cifra citata dal ministro è corretta, a patto però di allargare lo sguardo agli ultimi decenni.
Un report dell’area studi e ricerche di Mediobanca su quanto è costata alla collettività Alitalia nei quarant’anni precedenti la vendita a Ethiad – avvenuta nel 2014 – ha stimato il totale in 7,4 miliardi. Lo studio analizza distintamente due periodi:
- Quello tra il 1974 e il 2007, quando la compagnia fu commissariata
- Quello tra il 2008 e il 2014
Il periodo del commissariamento
Nel primo lo Stato ha speso 5,397 miliardi di euro (a valori del 2014) tra aumenti di capitale (4,949 miliardi), contributi (245 milioni), garanzie prestate (8 milioni) e altri contributi pubblici (195 milioni). Nello stesso periodo Alitalia, tra collocamenti e negoziazioni, imposte e dividendi ha generato introiti per lo Stato pari a 2,075 miliardi di euro. Il saldo finale è in negativo per 3,322 miliardi.
Le spese dal 2008 al 2014
Nel 2008 il governo Berlusconi fece fallire la vendita di Alitalia a Air France-KLM in nome della salvaguardia dell’italianità dell’azienda. Così la compagnia venne smembrata in una bad company, coi settori in perdita e i debiti, a carico dello Stato e una good company, che venne venduta alla CAI, la società fondata dai “capitani coraggiosi”. Da allora fino al 2014 lo Stato ha speso 4,1 miliardi di euro per Alitalia.
Nel 2008 il governo da poco eletto ha infatti subito erogato un prestito di 300 milioni per impedire il fallimento immediato della società. Poi, tra operazioni sui titoli e interventi sui salari e sulla cassa integrazione, lo Stato ha speso 2,5 miliardi di euro. Per raggiungere il totale vanno aggiunti altri 1,2 miliardi di passivo patrimoniale e 75 milioni versati da Poste Italiane (allora società interamente pubblica) a CAI.
Ecco quanto è stato speso
Sommando dunque i 4,1 miliardi del periodo 2008-2014 ai 3,3 del periodo 1974-2007 si arriva al totale di 7,4 miliardi menzionati da Calenda. A questi inoltre si potrebbero aggiungere anche i costi pubblici degli anni successivi. Nel capitale di Alitalia è infatti presente Poste Italiane, una società oggi pubblica al 60% e che lo era al 100% nel 2013 quando entrò nella compagnia aerea.
Considerate le perdite della gestione CAI – 25 milioni di euro al mese, peggio di quanto non facesse Alitaia quando era una compagnia pubblica – e i seguenti aumenti di capitale necessari, le ricadute su Poste Italiane sono state sicuramente negative.
Inoltre, prima della vendita a Ethiad la compagnia aerea italiana era stata nuovamente epurata dai debiti (ma stavolta sono le banche che rinunciano ai propri crediti) e dagli esuberi: 2.251 lavoratori il cui trattamento economico è ricaduto sulla cassa integrazione.
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