Ue, si' a maggioranza al ricollocamento di 120. 000 profughi
ADV
ADV
Ue, si' a maggioranza al ricollocamento di 120. 000 profughi

Ue, si' a maggioranza al ricollocamento di 120. 000 profughi

di lettura
(AGI) - Bruxelles, 22 set. - Le decine, centinaia di migliaiadi profughi che premono alle porte dell'Unione europea nonhanno lasciato all'Unione europea lo spazio di un compromessoconsensuale. Falliti tutti i tentativi della presidenzalussemburghese, il Consiglio dei ministri degli Interni,convocato per la seconda volta in otto giorni, ha dovutoapprovare con 23 voti a favore, 4 contrari e un'astensione, unprovvedimento che sara' vincolante anche per chi non l'haaccettato. E' dunque passato a larga maggioranza, "maggiore diquella prevista dal trattato" come ha sottolineato ilpresidente di turno Jean Asselborn, il meccanismo che prevedeil ricollocamento di 120 mila nuovi profughi, che si aggiungonoai 40 mila gia' decisi, da Italia e Grecia verso tutti glialtri paesi secondo numeri stabiliti dalla Commissione europea. Al momento, oltre ai 24 mila gia' decisi in precedenza,dall'Italia partiranno altri 15.600 persone a cui sara' statoriconosciuto il diritto alla protezione internazionale; ma fra12 mesi saranno sbloccati anche i 54 mila "congelati" dopo ilrifiuto dell'Ungheria di partecipare allo schema, e sarannoripartiti fra Italia e Grecia "secondo le stesse proporzionidegli accordi presi in precedenza", come ha spiegato al terminedella riunione il ministro Angelino Alfano. "Abbiamo ottenutoquello che volevamo - ha constatato - l'unica nota amara e' chequesto risultato arriva dopo due anni". La presidenza lussemburghese non e' riuscita a convincere ipaesi piu' ostili, la Repubblica Ceca e la Slovacchia che hannopreannunciato l'intenzione di ricorrere alla Corte Ue se laCommissione non fornira' chiarimenti giuridici adeguati, maneanche l'Ungheria e la Romania, mentre la Polonia ha votato afavore e la Finlandia si e' astenuta. Il vertice straordinariodi domani sera si preannuncia quindi piuttosto animato, anchese l'obiettivo per i capi di Stato e di governo e' diaffrontare soprattutto gli aspetti di politica estera dellaquestione, a partire dai rapporti con i paesi vicini come laTurchia ma anche con quelli di origine e transito. "Ci troviamoin una situazione di emergenza", ha commentato Asselborngiustificando la scelta di ricorrere al voto, mettendo inevidenza la spaccatura fra i Ventotto. In ogni caso, "ognipaese accettera' il numero di profughi che gli e' statoattribuito: nessuno potra' rifiutare visto che la decisione e'stata presa ad ampia maggioranza". Ci sara' pero', per i paesiche dimostreranno di avere motivi eccezionali, la possibilita'di rinviare di un anno l'accoglienza di non piu' del 30% deimigranti assegnati loro. I ministri francese e tedesco, i cui paesi sono destinataridella fetta piu' ampia dei rifugiati da ricollocare, sonotornati a chiedere in cambio "il rafforzamento dei controllialle frontiere e una maggiore efficacia nella registrazione,senza i quali l'accoglienza dei profughi non e' sostenibile".Un nuovo richiamo ai paesi beneficiari del ricollocamentoperche' realizzino in fretta gli "hotspot", in collaborazionecon le agenzie Ue, per l'identificazione dei profughi aventidiritto all'asilo e la "ritenzione" degli altri. "La rispostaUe deve essere generosa e umanitaria, ma anche ferma eresponsabile", ha avvertito il ministro francese BernardCazeneuve. Intanto, in un rapporto, l'Ocse ha avvertito che la crisi"senza precedenti" durera', ma ha aggiunto che l'Europa "ha lacapacita' e l'esperienza per farvi fronte. Certo, ha aggiunto,l'ondata migratoria rappresenta una "crisi umanitaria con uncosto umano spaventoso e inaccettabile", che nel solo 2015potrebbe portare a un milione di richieste di asilo nell'Ue. Nel tentativo di frenare l'ondata di profughi, il governoungherese continua fare ricorso alla costruzione di nuovebarriere: un decreto firmato dal premier, Viktor Orban, chiedeai ministri dell'Interno e della Difesa di preparare nuovebarriere, anche se non specifica dove (la stampa ipotizza chepotrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con laCroazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia dirifugiati ogni giorno). Scontri fra profughi e poliziacroata sono scoppiati nel villaggio di Opatovac, dopo che acausa dell'affollamento ad alcuni richiedenti asilo e' statoimpedito di accedere al centro di accoglienza per laregistrazione. La Croazia ha anche revocato dopo poco piu' di24 ore il blocco del traffico pesante dalla Serbia. (AGI)
ADV