Il numero uno di Uber, Travis Kalanick, ha lasciato il gruppo di consiglieri economici di Donald Trump in seguito al boicottaggio lanciato dagli utenti che stanno protestando in tutta l'America contro gli ordini esecutivi sull'immigrazione firmati dal nuovo presidente degli Stati Uniti. Elon Musk, invece, intende restare al suo posto. Alla vigilia di una nuova riunione del consiglio, il patron di Tesla e SpaceX ha utilizzato Twitter per spiegare le sue ragioni. "A dicembre ho acconsentito a entrare nel Presidential Advisory Forum per fornire feedback su questioni che ritengo importanti per il nostro Paese e per il mondo", ha scritto ieri Musk, "nell'incontro di domani, io e altri esprimeremo le nostre obiezioni ai recenti ordini esecutivi sull'immigrazione e offriremo suggerimenti per cambiare politiche".
"Essere un consigliere di Trump non significa essere d'accordo con lui"
"I forum di consiglieri forniscono semplicemente consigli e recarvisi non significa che io condivida le azioni dell'amministrazione", prosegue Musk, "i miei obiettivi sono accelerare la transizione del mondo verso l'energia sostenibile e aiutare l'umanità a essere una civiltà multiplanetaria, le conseguenze dei quali saranno la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro e un futuro più stimolante per tutti". "Capisco le motivazioni di chi critica la mia presenza a questo incontro", ha aggiunto l'uomo che vuole colonizzare Marte, "ma credo che in questo momento impegnarsi su questioni critiche sarà compensato dal servire il bene maggiore".
Kalanick: lascio ma sono stato frainteso
Dopo aver definito nei giorni scorsi "ingiusto" lo stop all'ingresso di immigrati da sette Paesi ritenuti non sicuri, Kalanick ha invece spiegato le ragioni del suo addio in una lettera allo staff riportata integralmente dal Guardian. "Oggi ho avuto una breve conversazione con il presidente in merito all'ordine esecutivo sull'immigrazione e le problematiche che comporta alla nostra comunità", si legge nella missiva, "gli ho anche fatto sapere che non sarà in grado di partecipare al suo consiglio economico. Unirmi al gruppo non era equivalso a un appoggio nei confronti del presidente o il suo programma ma purtroppo sono stato frainteso esattamente in questo modo". Non è noto quanti utenti abbiano seguito l'iniziativa #DeleteUber. Ma, se la compagnia si è vista costretta ad automatizzare la rimozione dei profili, non devono essere stati pochi.