Il presidente Donald Trump minaccia di costruire il muro al confine con il Messico anche senza il via libera del Congresso, ricorrendo al suo potere esecutivo per ottenere i fondi. "Potrei farlo se volessi", ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa nel giardino delle rose. "E considero di farlo. Potremmo dichiarare un'emergenza nazionale e costruirlo velocemente", ha avvertito il presidente mentre il consuma il 14esimo giorno di parziale 'shutdown', con il 25% delle attività federali bloccate proprio per la mancanza di un accordo sui fondi per il muro nel bilancio del governo.
“Può durare più di un anno”
Dopo l'incontro con i leader del Congresso alla Casa Bianca, Trump ha definito il meeting "produttivo" ma ha segnalato che lo shutdown "potrebbe durare anche più di un anno". Il presidente ha rifiutato la proposta dei democratici di far ripartire l'attività del governo mentre si continua a trattare sui soldi da destinare al muro. "Non riapriremo finché non sarà risolto" il nodo del muro, ha ammonito Trump, precisando di aver nominato una commissione ad hoc per negoziare una soluzione.
"L'amministrazione è consapevole del problema e sta valutando le opzioni", ha commentato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, in merito ai circa 800.000 dipendenti pubblici rimasti senza stipendio a causa dello shutdown mentre gli alti funzionari del governo si apprestano ad ottenere un aumento di circa 10.000 dollari. Trump ha detto ai cronisti che potrebbe chiedere ai membri del governo di non accettare l'aumento che dovrebbe scattare domani.
Impeachment a chi?
Quanto alla prospettiva di impeachment sollevata dalla neo eletta deputata musulmana Rashida Tlaib che ha definito Trump "un figlio di...", il presidente ha gettato acqua sul fuoco dicendo che non si può mettere in stato di accusa "chi ha fatto un grande lavoro" e che l'espressione usata dalla parlamentare "disonora lei e la sua famiglia".
L'offensiva dei democratici
Intanto la Camera, guidata dalla speaker democratica Nancy Pelosi, ha approvato due misure che riaprirebbero le agenzie governative ma senza stanziare i fondi per un muro al confine con il Messico, preteso da Donald Trump. Le proposte sono destinate a finire nel vuoto perché al Senato i repubblicani, che hanno la maggioranza, hanno già chiarito che senza l'ok del capo della Casa Bianca non ci sarà alcuna approvazione. L'impasse resta.
"Non costruiamo muri", dichiarato Pelosi ai giornalisti poco prima del voto bipartisan. "Un muro è un'immoralità tra Paesi, è un vecchio modo di pensare, non è economico", ha spiegato sostenendo che i soldi sarebbero stati spesi meglio per la tecnologia della sicurezza dei confini con droni, videosorveglianza e con più agenti di frontiera.
I leader repubblicani hanno immediatamente bocciato il voto bollandolo come espediente politico inutile che avrebbe fatto ben poco per fornire le risorse necessarie per garantire la sicurezza del confine, e hanno sostenuto che i Democratici "non stanno negoziando in buona fede". "Il presidente era stato chiaro, siamo qui per fare un accordo", aveva detto a Fox News il vicepresidente, Mike Pence, giovedì scorso. "E senza muro, non avremo nessun accordo".
I leader democratici del Congresso hanno annunciato che si sarebbero recati alla Casa Bianca alle 11.30 (15.30 in Italia) nel tentativo di rompere l'impasse, ma i legislatori hanno comunque avvertito che lo shutdown potrebbe protrarsi per diversi giorni, persino settimane.