Col voto della Duma che ha dato il via libera alla nomina di Mikhail Mishustin a primo ministro, in Russia si è aperta formalmente una nuova era, che gli analisti chiamano la 'transizionè a un assetto in cui, nel 2024, Vladimir Putin sarà costretto a lasciare il Cremlino.
Tecnocrate a capo fino a ieri dell'Agenzia federale delle entrate, Mishustin, 53 anni, era stato indicato meno di 24 ore prima dal presidente russo come il successore di Dmitri Medvedev, dimessosi con tutto il governo dopo l'annuncio da parte di Putin di quella che si presenta come la maggiore riforma politica nel Paese degli ultimi 25 anni: significativi cambiamenti della Costituzione che potrebbero garantire al longevo leader di tirare le fila della macchina di potere russa anche quando, al termine del suo secondo mandato consecutivo, non potrà ricandidarsi a causa dei limiti impostigli dalla legge.
Distintosi per aver portato in 10 anni efficienza nel fisco russo, attraverso una massiccia digitalizzazione del sistema, Mishustin è ritenuto un tecnico brillante ma senza ambizioni politiche e sconosciuto ai più. Dopo lo stupore con cui è stata accolta ieri la sua candidatura, si è presentato alla Duma delineando gli obiettivi del suo governo.
La missione del nuovo esecutivo
La parola chiave è innalzare gli standard di vita dei russi: "La popolazione dovrebbe sentire reali cambiamenti in meglio, ma non sta accadendo dappertutto", ha detto. "Ossessionato dai big data", come lo ritrae chi lo ha conosciuto, il nuovo premier ha messo la "digitalizzazione del governo" tra le priorità insieme all'aumento delle esportazioni, l'ammodernamento delle infrastrutture, il miglioramento del business climate e l'aumento degli investimenti stranieri.
Le richieste di Putin
Il nuovo capo del governo - che ha promesso di presentare presto la rosa dei candidati ministri - dovrà soddisfare la "richiesta di cambiamento" di cui lo stesso Putin ha parlato, ieri, nel suo discorso sullo stato della nazione. Parallelamente, è iniziato anche il processo che dovrà portare, entro quest'anno, alla riforma della Costituzione, da sottoporre a voto popolare.
Putin vuole sovrintendere tutto l'iter: ha istituito un gruppo di lavoro per preparare il testo degli emendamenti e ha chiamato a farne parte figure 'di sistema' come lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, l'attore Vladimir Mashkov e la campionessa olimpica Yelena Isinbayeva; i nomi fanno intendere che si tratterà di un organo destinato a confermare le idee del presidente, più che a proporne di proprie. Il nuovo sistema che si prepara a varare Putin rimane quello di una repubblica presidenziale, ma con un maggiore trasferimento di poteri al premier e al Parlamento, che avrà voce in capitolo nella nomina dei ministri e dello stesso primo ministro.
Anche il potere dei governatori regionali sara' aumentato, mentre si prevede un potenziamento del Consiglio di Stato, finora un organo meramente consultivo ma che Putin potrebbe scegliere di guidare dopo il 2024, ritagliandosi un ruolo simile a quello dell'ex presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, dimessosi per diventare direttore del Consiglio di sicurezza col titolo di 'padre della nazione'. Il tradizionale ruolo di premier o presidente potrebbe risultare stretto a Putin, in quello che dovrebbe diventare un sistema piu' aperto, con maggiori controlli e contrappesi.