Olli, insostenibile e Hogg Kong: le parole di oggi
Dalle prove di riavvicinamento tra Di Maio e Salvini al Bazooka di Rehn. Gli otto temi del giorno, in parole

Il venerdì dopo Ferragosto, ponte mancato o consumato, s'è presentato col prevedibile, estenuato calore prefigurato nei primi giorni della settimana. Le vampe della politica sono più basse ma non più fredde. Come le liti sugli sbarchi dei migranti, che sembrano e sono già viste. È stato - confermano oggi gli scienziati - il luglio più caldo ma non si scherza nemmeno in questo mezzo agosto.
A Hong Kong rovente per le proteste si paventa l'intervento militare della Cina e intanto salta il ceo della Cathay Pacific. All'altro capo della Terra, Donald Trump si vuol comprare la Groenlandia (surriscaldata anch'essa).
In Italia, mentre attorno a Lampedusa si prolungano i drammi umani, si ripropone in Alto Adige il dramma stagionale di un orso in fuga dai fucili. Meglio guardare avanti? Forse, ma non troppo: la Bce sta già pensando a un problematico settembre e olia il suo "bazooka".
RIECCOLI. Ovvero (come recitava la vecchia hit di Adriano Pappalardo) "Ricominciamo". Proseguono le prove di riavvicinamento del vice premier Matteo Salvini al vice premier Luigi Di Maio, con il ribadito taglio dei parlamentari per ripartire dopo la bufera. Di Maio per ora gelido mantiene la distanza, la stessa che intercorre tra la spiaggia mondana di Milano Marittima, già teatro del Matteo versione disco, e quella placida di Palinuro dove Luigi si sta rilassando. Sarà possibile la pace? Oggi la prevede, o la paventa, sicuramente Matteo Renzi, che si ribadisce pronto al governo istituzionale mentre Zingaretti si ribadisce pronto al voto. Pare a nome e per conto del Pd.
INSOSTENIBILE. Così, per la Ue e per molti osservatori, la situazione a bordo della nave Open Arms, bloccata da diversi giorni in mare con più di 140 migranti. Insostenibile anche il braccio di ferro tra il ministro dell'Interno e il ministro della Difesa. Insostenibile come tutto ciò che si ripete, dallo sbarco centellinato dei soli malati (veri o presunti) alla nuova apertura di un'inchiesta per sequestro di persona dalla procura di Agrigento. Insostenibile in attesa di finale.
BAZOOKA. A dispetto del nome, arma caritatevole della Banca centrale europea per sostenere la debolezza dei mercati. Nuovi tagli dei tassi d'interesse e l'avvio di un Qe2, cioè un altro programma di acquisto titoli, potrebbero addolcire un autunno che non si promette facile. Crescono i segnali di recessione, inciampa l'economia tedesca, Italia e Francia sono al palo, gli Usa litigano con la Cina. Nella sua preoccupata torre di Francoforte, la Bce passa in rassegna l'arsenale.
OLLI. Di cognome Rehn, finlandese con un trascorso poco vantato di calciatore, forse per questo definito da qualcuno "rigorista", nonché per la sua attitudine di banchiere falco piuttosto che colomba. Numero uno della Banca centrale del suo Paese, accreditato successore di Mario Draghi all'Eurotower, è lui che ha detto al Wall Street Journal di essere pronto alla riesumazione del 'bazooka'. Senza illusioni tuttavia circa la mitezza dell'uomo: fu sempre lui che bacchetto' l'Italia dicendo "il talento non basta". Neppure - fu l'esempio che utilizzo' in quel caso - se parliamo di Ferrari e il pilota è un finlandese (all'epoca Rakkonen; domani mister Rehn).
M49. Non è il nome di un mitra né di un agente segreto, ma di un orso bruno. C'è ormai sempre un plantigrado che si fa protagonista estivo del dualismo connaturato all'opinione pubblica italiana (abbattetelo-salvatelo; porti chiusi-porti aperti; colpevole-innocente; insomma, Coppi-Bartali e chi più ne ha più ne metta). In questo caso, il Trentino ha disposto l'abbattimento dell'orso (malgrado la contrarietà del ministro dell'Ambiente) e lui, con l'istinto di conservazione di un latitante che legge i giornali, è in fuga verso il più sicuro Alto Adige. Auguri a Papillon, come è stato, in omaggio alla storia di Henri Charrière, finalmente soprannominato M49.
LUGLIO. Per carità, sempre "col bene che ti voglio" avrebbe cantato Riccardo Del Turco: però quest'anno ha esagerato con la muscolarità del caldo. Secondo l'autorevolissimo ente Usa NOAA la temperatura media è stata di 16,7 gradi, cioè 1,7 gradi in più rispetto a tutti i luglio del ventesimo secolo. Hanno fatto eccezione alcune zone della Scandinavia e della Russia, andando sotto le medie. E i ghiacciai nell'Artico sono calati del 19,8% rispetto al solito e del 4,3% nell'Antartide. Si vedrà con i dati di agosto, che finora all'uomo qualunque tanto più fresco non pare e agli scienziati chissà.
"COMPRO". Quanto può costare un territorio di 2.166.086 km? Mica per scherzo: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è seriamente interessato a comprare la Groenlandia dalla Danimarca, che ha già fatto sapere: 'Lusingati ma non vendiamo'. Non un colpo di sole, ma l'enorme potenzialità di materie prime assieme alla valenza geopolitica dell'isola gigantesca spingono il presidente all'offerta. Per un inquilino della Casa Bianca non è comunque cosa nuova nè ridicola, come detto da qualcuno a Copenhagen: l'ultimo a provarci fu Harry Truman dopo la Seconda guerra mondiale, ma neppure i suoi cento milioni di dollari (una bella cifra per l'epoca) ingolosirono i corruschi danesi, ispidi allora come oggi rispetto alla cessione della Groenlandia.
HOGG KONG. Non è un refuso, ma il triste omaggio a Rupert Hogg, ceo della compagnia hongkonghese Cathay Pacific, che nelle violente proteste dell'ex colonia britannica ha perso la poltrona. Un tentativo, per l'aerolinea di Hong Kong, di placare l'ira sempre meno repressa di Pechino fomentata dall'adesione di alcuni dipendenti Cathay alle manifestazioni. Altre ne sono previste questo fine settimana, mentre le truppe della Repubblica Popolare Cinese sono minacciosamente concentrate sulla linea di confine con la zona amministrativa speciale.
Oggi intanto Alain Robert, lo 'Spiderman francese', ha scalato otto piani del Cheung Kong Center per appendere una bandiera della pace: tentativo di "far calare la temperatura elevata e far sorridere", ha detto, ma è riuscito più che altro a ottenere per sé la pubblicità di un ghiottissimo passaggio televisivo mondiale.
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