AGI - È stata condannata a sei anni Maria Pomarenko, la giornalista russa che era finita sotto accusa per un post su Instagram nel quale aveva denunciato il bombardamento del teatro di Mariupol, la città portuale ucraina caduta dopo un lungo assedio dagli elevatissimi costi umani. Il comitato investigativo russo, responsabile delle principali inchieste penali nella Federazione, ha comunicato, si legge sulle agenzie di stampa, che la quarantaquattrenne è stata giudicata colpevole di "diffusione di informazioni false" secondo i militari.
Tale fattispecie di reato, introdotta dopo l'invasione dell'Ucraina, è già stata utilizzata più volte per reprimere le voci critiche nei confronti del conflitto. La giornalista è stata condannata dal tribunale di Barnaul, nella regione siberiana di Altai, dove lavorava per il sito di informazione RusNews.
L'Ong specializzata OVD-Info ha riferito che Pomarenko era indagata per aver pubblicato nel marzo 2022, poco dopo l'offensiva del 24 febbraio, un messaggio su Instagram in cui aveva puntato il dito sulla distruzione dell'edificio nel quale, secondo l'Associated Press, sarebbero periti almeno 600 civili che vi avevano trovato rifugio.
Ponomarenko era stata arrestata lo scorso aprile a San Pietroburgo e successivamente trasferita a Barnaul. L'avvocato della giornalista sostiene che il suo stato psicologico è peggiorato durante la detenzione e che aveva chiesto, inutilmente, di essere trasferita in un ospedale psichiatrico. A settembre, secondo OVD-Info, la donna aveva rotto il vetro della sua cella affermando che era troppo opaco e che non riusciva a vedere né il sole né il cielo. Come punizione, ha aggiunto l'Ong, Pomarenko era stata messa in isolamento per una settimana.