AGI - Arrestata di nuovo di recente, ma poi consegnata agli arresti domiciliari, la 44enne giornalista Marina Ovsiannikova, apparsa a metà marzo alle spalle della conduttrice del telegiornale più seguito della Russia nell’ora di punta con un cartello che denunciava l'offensiva in Ucraina, è diventata giocoforza una icona della lotta alla propaganda del Cremlino.
Icona o simbolo
Eppure l’edizione odierna del Nouvel Observateur segnala dieci cose da sapere su di lei da quando il 14 marzo, in forza della sua azione di irruzione negli studi del Tg, Ovsiannikova è diventata – appunto – un’simbolo della resistenza russa o di quel che si presume sia l’opposizione alla guerra nella grande nazione presieduta da Putin.
Parola
La “guerra” – per altro, se riferita in particolare al conflitto in Ucraina, pesantemente condannata in Russia, tant’è che ancora oggi la giornalista rischia fino a dieci anni di carcere.
Arresti domiciliari
Giovedì 11 agosto è stata posta agli arresti domiciliari dopo essere stata arrestata, poi incriminata per aver "diffuso false informazioni" sull'esercito, misura e accusa introdotta dopo l’invasione dell’Ucraina. E di censura per qualsiasi voce dissonante.
Avversario
L’arresto dei giorni scorsi e poi il rilascio avviene “dopo due multe e una prima condanna amministrativa, che non la scoraggiano”. Il 15 luglio manifesta davanti al Cremlino con un cartello che recita: “Putin è un assassino, i suoi soldati sono fascisti. Evoca anche il tragico destino dei bambini ucraini: “Più di 350 bambini morti in Ucraina, sono falsi? Quanti altri bambini devono morire perché tu smetta?”.
Famiglia
Ha dichiarato al sito Franceinfo che il suo precedente rapporto con il suo ex marito si è deteriorato dopo la sua apparizione in televisione, sotto la pressione di "poteri superiori". Lui ha sporto denuncia contro di lei chiedendo l’affidamento dei figli. In un primo momento, per la propria sicurezza, la giornalista era andata in Germania, ma poi per paura di non rivedere più i figli ha fatto ritorno in Russia all'inizio di luglio.
Carriera
Laureata all'Academy of National Economy, campionessa universitaria di nuoto, in seguito è diventata headliner di Pervy Kanal (Canale 1), il principale canale di notizie del paese, Marina Ovsiannikova ha avuto una brillante carriera e la sua protesta l’ha di fatto interrotta. Anche se lei dice di non essere mai stata “uno strumento della propaganda russa” pur vergognandosi oggi “di aver fatto raccontare bugie sugli schermi tv”.
Ritratto anticonformista di una icona dell’opposizione social network
La sua pagina Facebook è seguita da oltre 40 mila persone, mostrando una vita assolutamente normale, “foto delle spiagge del Mediterraneo, dei suoi figli, dei golden retriever, prima di fare un drastico capovolgimento e denunciare i soprusi in Ucraina”, segnala il Novelles Observateur.
Reputazione
Alcuni membri della stessa opposizione censurano però i suoi anni di compiacimento nei confronti del regime di Vladimir Putin. Origini. Marina Ovsiannikova ha due eredità: sua madre è russa, suo padre è ucraino. Nata a Odessa, è stata cresciuta dalla madre a Grozny, in Cecenia, e descrive la sua infanzia come “povera e infelice”. “L'invasione dell'Ucraina gli fa capire che il suo silenzio contribuisce alla violenza del regime”.
Zelensky
Il presidente ucraino ha elogiato il coraggio del giornalista in un video pubblicato il 15 marzo. “Sono grato a quei russi che continuano a cercare di trasmettere la verità. A coloro che combattono la disinformazione e dicono la verità, i fatti reali, ai loro amici e ai loro cari. E personalmente alla donna che è entrata nello studio di Canale 1 con un poster contro la guerra”, ha detto il leader.
Macron
Il presidente francese le offrì protezione consolare, che lei ha rifiutato. Spiega a Franceinfo: "Potrei semplicemente approfittare dell'offerta di Macron ed essere tranquillamente a Cannes e bere champagne. Ma non sono quel tipo di persona. Sono contro l'ingiustizia. E questo desiderio di mostrare l'ingiustizia è così forte che non riuscivo proprio a stare fermo e godermi la vita”. Dieci punti per un ritratto anticonformista.