AGI - L'Unione europea si arena sulle garanzie per fornire nuovi prestiti all'Ucraina. Dal pacchetto promosso per nove miliardi di euro a maggio, la Commissione deve per ora accontentarsi di erogarne solo uno perché non richiede le garanzie degli Stati membri (potendolo ricavare già dal bilancio esistente).
"L’Ucraina sta affrontando una crisi importante di finanziamenti. Per quest’anno parliamo di 39 miliardi di euro. Abbiamo visto impegni nel G20 per circa 20 miliardi di euro però chiaramente c’è bisogno di maggiore lavoro per questo c’è la proposta della Commissione per arrivare a nove miliardi di euro. Un miliardo è quello su cui ora c’è accordo e potremo procedere con l’erogazione", ha spiegato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al termine dell'Ecofin.
"Per quanto riguarda i restanti otto miliardi di euro si tratta di affrontare l’aspetto delle garanzie da parte degli Stati membri. Perché considerando i rischi molto elevati e l’importo molto elevato, servono garanzie aggiuntive e su ciò stiamo ancora discutendo", ha evidenziato.
Intanto la Commissione spera di poter versare a Kiev il miliardo approvato già questo mese, come annunciato in un tweet dalla presidente Ursula von der Leyen. Tuttavia va prima firmato un protocollo d'intesa che fisserà le condizioni da rispettare. Tra questi, è prerequisito che l'Ucraina rispetti "meccanismi democratici efficaci, come un sistema parlamentare multipartitico e lo stato di diritto" e garantisca i diritti umani, che saranno valutati tenendo conto delle circostanze del Paese e dell'applicazione della legge marziale.
I fondi saranno convogliati sotto forma di prestito a condizioni favorevoli e di lunga durata, fino a 25 anni, e inoltre il bilancio dell'Ue coprirà gli interessi e le spese amministrative degli stessi per alleggerire l'onere sul debito pubblico ucraino.
Il denaro sarà utilizzato per coprire i bisogni finanziari più immediati e garantire le funzioni critiche dello Stato ucraino, che ha subito ingenti danni alle infrastrutture e ha perso l'accesso ai mercati finanziari a seguito dell'invasione russa.