Le scadenze e le condizioni poste dall'Ue per il Recovery fund

Le scadenze e le condizioni poste dall'Ue per il Recovery fund

L'obiettivo è sbloccare la prima tranche dei finanziamenti entro l'inizio dell'estate ma finora nessun Paese ha presentato ufficialmente il suo piano; inoltre undici Stati devono ancora ratificare le decisioni sulle risorse proprie senza le quali la Commissione non potrà raccogliere i fondi

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© Martin Bertrand / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP

 
- Il quartier generale della Commissione europea con lo striscione di Next Generation Ue

AGI - L'obiettivo dell' è distribuire la prima tranche dei fondi del , tra cui quelli del entro l'inizio dell'estate ma i tempi si allungano e spuntano i primi imprevisti, tra questi la sospensione della ratifica delle decisioni sulle risorse proprie in Germania e la crisi di governo, sempre sulla ratifica, in Polonia. Finora 23 Stati hanno presentato le bozze dei loro piani ma nessuno ha presentato la versione ufficiale. E sono sedici i Paesi che hanno già ratificato la decisione sulle risorse proprie.     

L'Italia, ha completato la ratifica il 5 marzo, e oggi al Senato ha dato il via libera al piano ma avrà bisogno di altro tempo per alcune modifiche prima della presentazione formale a Bruxelles.  Le tempistiche dettate da Commissione e Consiglio prevedevano di presentare tutti i piani entro fine aprile e - in contemporanea - ratificare le decisioni sulle risorse proprie per permettere alla Commissione di andare sui mercati a indebitarsi. Una volta che i Ventisette avranno consegnato i propri piani nazionali, la commissione avrà due mesi per la valutazione e il Consiglio un altro mese per l'approvazione.

La Commissione ha già chiarito le condizioni per l'approvazione dei piani. Intanto "per beneficiare del sostegno dello strumento, riforme e investimenti devono essere attuati entro il 2026", scrive la Commissione. "I piani devono affrontare efficacemente le sfide individuate nel semestre europeo, in particolare le raccomandazioni specifiche per Paese adottate dal Consiglio (per l'Italia si tratta di conti pubblici, lavoro, riforma della giustizia e pubblica amministrazione).     

I piani devono - inoltre - includere anche misure per affrontare le sfide e raccogliere i benefici delle transizioni verdi e digitali. Ciascun piano deve contribuire alle quattro dimensioni delineate nella strategia annuale per la crescita sostenibile 2021: sostenibilità ambientale; produttività; equità e stabilità macroeconomica".  I piani vengono visti come "opportunità per creare aree faro europee per investimenti e riforme con vantaggi tangibili per l'economia e i cittadini di tutta l'Ue". Devono quindi affrontare questioni che richiedono investimenti significativi per creare occupazione e crescita e che sono necessari per le transizioni verdi e digitali.      

La Commissione incoraggia vivamente gli Stati membri a presentare piani di investimento e di riforma nei seguenti settori: tecnologie pulite e rinnovabili, efficientamento energico delle costruzioni, trasporto sostenibile e stazioni di ricarica, aumento connettività, digitalizzazione della pubblica amministrazione, data cloud e formazione digitale. Sono due i macro obiettivi che saranno presi in considerazione della Commissione: almeno 37% della spesa relativa al clima e almeno 20% per favorire la transizione digitale