Marocco, oltre 15mila adesioni contro import rifiuti Italia
Lo smaltimento produrrebbe "conseguenze sull'agricoltura" e una "diffusione di malattie"

Rabat - Ha raggiunto le 15.200 firme la campagna di sottoscrizioni lanciata su internet da presentare al premier Abdel Ilah Benkirane per respingere il carico di rifiuti giunto la scorsa settimana al porto di al Jadida dall'Italia. "No all'arrivo dei rifiuti dall'Italia sul territorio marocchino in quanto rappresentano un pericolo per la salute pubblica", recita l'appello. L'iniziativa e' volta anche a chiedere al governo di non smaltire quei rifiuti "per le possibili conseguenze sull'agricoltura e per l'eventuale diffusione di malattie". Anche le organizzazioni sindacali marocchine hanno criticato la decisione del governo di accettare l'arrivo dall'Italia di 2.500 tonnellate di rifiuti da smaltire nei cementifici di Casablanca e Settat. I sindacati che fanno parte della Coalizione marocchina per la giustizia climatica ritengono "inaccettabile il fatto che il Marocco accetti i rifiuti da qualsiasi paese, perche' questo puo' provocare danni e minacciare la salute dei cittadini". I sindacati appoggiano inoltre la campagna contro l'uso delle buste di plastica e per l'introduzione delle buste biodegradabili nel paese nordafricano.
Ieri l'associazione nazionale per la lotta alla corruzione di Rabat ha incaricato l'avvocato marocchino Ishaq Sharia di fare causa al ministero dell'Ambiente chiamandolo in giudizio per la vicenda del carico di rifiuti proveniente dall'Italia arrivato la scorsa settimana al porto di al Jadida. Dopo il clamore provocato in Marocco da questo caso, che ha dato vita ad un dibattito politico e mediatico, l'avvocato Sharia ha spiegato al quotidiano locale "Siyasi" di essere stato "incaricato di sporgere denuncia davanti al tribunale amministrativo e penale di Rabat contro il ministro dell'Ambiente, Hakima al Haiti, e contro l'amministrazione della dogana che ha consentito l'arrivo di questo carico di rifiuti". L'accusa e' quella di "aver compiuto dei crimini che minacciano la salute dei cittadini marocchini e aver violato le leggi in materia".
Il partito liberale marocchino, intanto, ha chiesto martedi' scorso, 5 luglio, al parlamento di Rabat l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla vicenda del carico di rifiuti proveniente dall'Italia. Il gruppo parlamentare liberale ha chiesto ai membri della commissione ambiente della Camera dei rappresentanti di formare un comitato per indagare sulla provenienza dei rifiuti e sugli accordi presi tra i due paesi. Wadi Ben Abdullah, presidente del gruppo parlamentare liberale nel parlamento a Rabat, ha spiegato al sito informativo marocchino "Hespress" di "voler fare chiarezza per il popolo, considerato che siamo in campagna elettorale vogliamo avere un rapporto di trasparenza con i nostri elettori. Non ci bastano le parole del governo: vogliamo sapere di piu'". In Italia, nel frattempo, i deputati del Partito Democratico (Pd) Khalid Chaouki ed Eleonora Cimbro hanno depositato ieri pomeriggio un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, al fine di chiedere chiarimenti in merito alla notizia della nave giunta presso il porto marocchino di Al Jadida carica di ecoballe provenienti dall'Italia. (AGI)