Perché la riforma del lavoro di Macron ha scatenato le violenze di piazza
Martedì 12 settembre 300 persone a volto coperto hanno ingaggiato scontri con la polizia durante le proteste contro la riforma voluta dal neo presidente francese. Chi è a favore della riforma, chi no. E cosa chiede ai lavoratori, in 5 punti

Il giorno delle proteste contro la riforma del lavoro in Francia si è concluso con scontri e feriti a Parigi. Circa 300 persone a volto coperto hanno ingaggiato sconti con la polizia durante la manifestazione organizzata dai sindacati conto la proposta da Emmanuel Macron.
Da un lato il lancio di pietre e dall'altro quello di gas lacrimogeni hanno interrotto una protesta che per due ore almeno era stata pacifica, cominciata alla Bastiglia con la partecipazione di circa 60.000 persone (24.000 secondo le stime della polizia). Tre persone sono state arrestate e un manifestante e' rimasto ferito negli scontri.
Chi ha aderito (e chi no)
"Non è la svolta alla disoccupazione ma aiuta"
Cosa prevede la riforma Macron, in 5 punti
- I contratti di lavoro potranno essere negoziati a livello aziendale, non soltanto a livello nazionale. Significa che le singole imprese potranno contrattare con i lavoratori alcuni dettagli del loro contratto, mentre oggi devono adeguarsi ai contratti decisi durante le contrattazioni di settore (il contratto dei metalmeccanici, per esempio, viene discusso dal sindacato dei metalmeccanici con i rappresentanti delle industrie del settore e vale per tutte le industrie del paese). La contrattazione nazionale non sarà abbandonata del tutto, ma le singole imprese potranno derogare in parte ai contratti nazionali, anche se non è ancora chiaro in quale misura.
- Sarà eliminata la clausola della “salute globale dell’azienda” che consente di bloccare i licenziamenti collettivi se l’azienda ha complessivamente i conti in attivo. Con la modifica che sarà introdotta dalla riforma, il giudice potrà opporsi solo se la sezione francese dell’impresa in questione ha i conti in attivo.
- La legge stabilirà una tabella per le compensazioni monetarie in caso di licenziamento scorretto. Attualmente esistono simili tabelle ma sono considerate indicative. La cifra con cui compensare il lavoratore viene decisa durante un arbitrato ed è frequentemente molto più alta dei minimi previsti. È un sistema molto criticato dalle aziende, che lo trovano imprevedibile e difficile da gestire; per lo stesso motivo i sindacati lo considerano una delle principali assicurazioni contro il licenziamento dei lavoratori.
- Le imprese con meno di 50 dipendenti avranno meno regole. Per esempio non dovranno più formare una rappresentanza dei lavoratori, un comitato di controllo della salute dei lavoratori e uno dedicato alla loro sicurezza. Questi tre gruppi di controllo saranno unificati in un’unica struttura.
- I contratti a tempo determinato (CDD) saranno liberalizzati. Al momento la loro durata e la possibilità di rinnovarli (un massimo di due volte) sono stabiliti da una legge dello stato. Con la riforma questi dettagli potranno essere contrattati a livello di settore. I metalmeccanici e le industria del settore, per esempio, potranno decidere di allungare o accorciare la durata del contratto e il numero di volte in cui può essere rinnovato.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it