M. O.: rogo convento Betlemme, maroniti "e' stato incendio doloso"
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M. O.: rogo convento Betlemme, maroniti "e' stato incendio doloso"

M. O.: rogo convento Betlemme, maroniti "e' stato incendio doloso"

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(AGI) - Roma, 28 set. - "Si e' trattato di un incendio doloso,innescato ad arte, non certo di un corto circuito legatoall'impianto elettrico. Un atto di vandalismo in piena regola,che racchiude una matrice confessionale, ad opera di un gruppoo singoli esponenti del radicalismo islamico". E' quantoriferisce ad AsiaNews Sobhy Makhoul, cancelliere delPatriarcato maronita a Gerusalemme, in merito al rogo divampatonel fine settimane nel convento di san Charbel dei maroniti aBetlemme. Le fiamme non hanno causato vittime o feriti, perche'l'edificio al momento e' disabitato e oggetto di lavori direstauro, ma i danni sono evidenti e la comunita' cristianadella zona non nasconde i timori per possibili nuovi episodi diviolenza. Gli autori del rogo "sono riusciti ad entrare in una camerain cui erano stati accatastati molti oggetti e mobili" raccontaSobhy Makhoul, perche' l'edificio e' interessato a lavori direstauro. "Le fiamme hanno raggiunto gli oggetti - prosegue - esi sono propagate in modo rapido in tutta la struttura". Fonti della polizia, che ha aperto un'inchiesta sullavicenda, affermano che si tratterebbe di gruppi estremistimusulmani attivi nella zona e che - gia' individuati, secondole prime indiscrezioni - "potrebbero presto essere arrestati"."C'e' una matrice confessionale, il tentativo evidente dicolpire i cristiani - afferma il cancelliere del Patriarcatomaronita - del resto il Medio oriente e' pieno di questiepisodi. Nella zona vi sono questi gruppi estremisti, celluledi Hamas e anche cani sciolti che agiscono dando sfogo allaloro ideologia". Il convento di san Charbel dei maroniti aBetlemme sorge nel sobborgo di Wadi Maali, in un'area abitataanche da famiglie musulmane, ed e' una struttura dotata didiverse camere e una piccola cappella per la preghiera.L'incendio e' divampato al piano sotterraneo e poi si e'propagato ad altre zone dell'edificio. "Il mese scorso -racconta Sobhy Makhoul - l'Autorita' palestinese ha donato100mila dollari per la sistemazione del convento. Un gesto diriconoscenza verso il patriarca e segno della volonta' dipartecipare ai lavori di sistemazione". In seno alla comunita' cristiana vi e' preoccupazione perquesto attacco, riferisce il cancelliere del Patriarcatomaronita a Gerusalemme, ma "dobbiamo andare avanti:apparteniamo a questa terra, siamo fatti per vivere situazionidi tensione, dobbiamo assorbire e non subire quello chesuccede". Certo e' necessario che l'Autorita' palestinese"faccia giustizia e catturi i responsabili", cosi' come devonoessere perseguiti gli autori dell'attacco alla chiesa dellamoltiplicazione dei pani e dei pesci" a Tabgha, sul Mare diGalilea. "Va fermato ogni tipo di estremismo - aggiunge - diebrei e musulmani". Infine, il rappresentante maronita di Terra Santa lancia unmessaggio: "Noi come Chiesa condanniamo questi atti diviolenza. Al riguardo, serve un grande lavoro per cambiare leprediche e i sermoni in alcune moschee, in cui si provoca lagente e si fomenta l'odio. Basta - conclude - con questosentimento di odio e di violenza verso i cristiani".(AGI).
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