Donald Trump "non è moralmente idoneo" a fare il presidente degli Stati Uniti", "ci sono prove che ha ostacolato la giustizia e "potrebbe essere vulnerabile a un ricatto della Russia". Lo afferma l'ex direttore dell'Fbi, James Comey alla Abc (Corriere della Sera).
Nella sua prima intervista televisiva da quando è stato licenziato dal presidente, Comey ha detto che Trump potrebbe aver ostacolato la giustizia quando gli chiese di interrompere un'indagine sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn. "Forse, voglio dire, sono certamente alcune prove di ostruzione della giustizia", ha detto Comey. "Il nostro presidente - ha spiegato - deve aderire e incarnare e avere rispetto per i valori che sono sono alla base di questo Paese. Il più importante è la verità. E questo presidente non è capace di farlo", per questo è "moralmente inadatto" all'incarico (TgCom24).
Comey ha dipinto un ritratto molto triste del presidente, in cui Trump appare come un bugiardo che "sporca tutti intorno a lui". "Non credo in quelle storie che sia mentalmente carente o nei primi stadi della demenza", ha detto Comey. "Non penso che sia medicalmente inadatto, penso che sia moralmente inadatto a diventare presidente".
"Il problema con questo presidente è che sta sporcando tutto intorno a lui", ha detto l'ex direttore dell'FBI. "E la domanda è (...) quale livello di sporco ti rende finalmente inadatto a raggiungere il tuo obiettivo di proteggere il Paese e servirlo". Comey aggiunge: "Una persona che parla delle donne e le tratta come pezzi di carne, che mente costantemente sulle cose importanti e sulle piccole cose e che insiste sul fatto che il popolo americano le crede, questa persona non è adatta per essere presidente dagli Stati Uniti, per ragioni morali" (la Repubblica).
Trump e i suoi aiutanti hanno contrastato il blitz sui media di Comey attaccando la sua gestione dell'inchiesta sulle e-mail di Hillary Clinton. Comey ha riconosciuto nell'intervista che la sua convinzione che Clinton sarebbe stata eletta presidente "è stato un fattore" nella sua decisione di riaprire la vicenda di e-mail 11 giorni prima delle elezioni americane, uno sviluppo che secondo la Clinton ha portato alla sua sconfitta a sorpresa.
"Non ricordo di averne parlato, ma era una cosa che doveva essere fatta: se fosse stata eletta presidente e avessi nascosto questa faccenda al popolo americano, lei sarebbe diventata illegittima per l'elezione, nel momento in cui sarebbe venuto fuori", ha detto.