La comunità di Sant-Pierre-d'Oléron - poco più di 6.000 anime nella regione della Nuova Aquitania - è pronta a riabbracciare il gallo Maurice e ascoltare il suo 'chicchirichì'. Ieri il Tribunale di Rochefort ha respinto l'accusa, rivolta al pennuto, di cantare troppo. A puntare il dito contro Maurice - e la padrona Corinne Fesseau - sono stati i vicini di casa Jean-Louis e Joelle Biron, a loro dire vittime dal 2017 degli 'strilli molesti e troppo mattutini" del gallo.
Ma la signora Fesseau già allora non si era data per vinta. Anzi, aveva lanciato una petizione online, fondato l'associazione "I galli d'Oléron" e ottenuto il sostegno del sindaco di Saint-Pierre-d'Oléron, Christophe Sueur. Così la notizia della denuncia a Maurice era diventata virale e aveva attraversato tutta la Francia arrivando fino al New York Times. Il gallo, in poco tempo, è così diventato simbolo del mondo rurale minacciato da modernità e inquinamento.
Maurice ha monopolizzato per mesi l'attenzione dei media e dei cittadini, diventando soggetto stampato di t-shirt e protagonista di numerose campagne sui social. Poi è arrivato il processo, ma anche 'l'happy end'. Maurice è stato assolto e ora può tornare a cantare. I vicini di casa del gallo, per contro, dovranno versare alla proprietaria Fesseau 1000 euro (più interessi) come risarcimento. "Sono senza voce, li abbiamo spiumati" ha commentato la Fesseau subito dopo l'assoluzione del suo pennuto. Il caso è archiviato. E Maurice può tornare a cantare.