Si chiudono oggi le elezioni legislative in India, le più lunghe del mondo, che hanno visto circa 900 milioni di persone chiamate al voto. I 29 Stati indiani e 7 territori dell'Unione indiana sono andati alle urne secondo un calendario di 7 appuntamenti, stabilito dalla Commissione elettorale.
Le elezioni dei 543 seggi si svolgono con scrutinio uninominale maggioritario a turno unico: in ognuna delle 543 circoscrizioni vince il candidato che ottiene il maggio numero di consensi. Di queste, 84 sono riservate a candidati di caste riconosciute (Dalit) e 47 vanno a tribù (Adivasi). Il presidente indiano nominerà successivamente altri due deputati in rappresentanza della comunità anglo-indiana, per un totale di 545 seggi al Lok Sabha.
Oggi si vota nelle ultime 59 circoscrizioni elettorali del Chandigarh e Himachal Pradesh, oltre che in parte degli Stati del Bihar, Jharkhand, Madhya Pradesh, Punjab, Uttar Pradesh e Bengale Occidentale.
Le ultime settimane sono state segnate da scontri durissimi, conditi da insulti, tra la fazione che fa riferimento al premier nazionalista Narendra Modi e l'opposizione dinastica guidata da Rahul Gandhi, che ha accusato il primo di condurre una politica divisiva nella già complessa società indiana e di aver trascurato il dato economico, oggi al di sotto delle aspettative suscitate dalla elezione dello stesso Modi. I due se le sono date di santa ragione, arrivando definizioni reciproche come "pazzo" e ladro", ma solo nei prossimi giorni si vedrà a chi gli elettori hanno dato ragione. I risultati sono attesi per il 23 maggio, giorno dello spoglio in tutte le circoscrizioni.