Cina all'Onu, ogni sforzo possibile per ridurre emissioni
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Cina all'Onu, ogni sforzo possibile per ridurre emissioni

Cina all'Onu, ogni sforzo possibile per ridurre emissioni

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(AGI) - Pechino, 24 set. - La Cina offre sei milioni di dollaricontro il cambiamento climatico e si promette a raggiungerepresto il picco delle emissioni. L'impegno cinese per ilsostegno del programma delle Nazioni Unite sul cambiamentoclimatico e' stato annunciato da Zhang Gaoli, vice premieresecutivo e inviato speciale della Cina al Climate Summit 2014delle Nazioni Unite. Entro il 2020, la Cina si impegna aridurre significativamente le emissioni, ha spiegato Zhang aidelegati delle 120 nazioni presenti al summit. La Cina"raggiungera' il prima possibile" il picco delle emissioni e ilPaese "fara' ogni sforzo possibile per affrontare il problemadel cambiamento climatico". Zhang ha poi parlato con il presidente degli Stati Uniti,Barack Obama. Il colloquio tra i rappresentanti dei due Paesimaggiormente responsabili dell'inquinamento atmosferico hatrovato un punto di accordo sulla "responsabilita' di guidarela lotta alle emissioni" e sulla necessita' che tutte lenazioni contribuiscano a contrastare il fenomeno. La Cina,pero', respinge al mittente l'accusa implicita nel rapporto delGlobal Carbon Project di lunedi' scorso, che per la prima voltasancisce il sorpasso di Pechino su Bruxelles per le emissionipro-capite. La Cina emette 7,2 tonnellate di CO2 pro-capite,contro le 6,8 tonnellate dell'Unione Europea, secondo gliultimi rilevamenti degli scienziati, ma il sorpasso storico dilunedi' scorso non trova l'approvazione dei vertici cinesi, cheanche nelle scorse settimane hanno ribadito l'importanza che lalotta all'inquinamento venga guidata dai Paesiindustrializzati. Dall'inizio della rivoluzione industriale,scrive oggi il quotidiano China Daily, i Paesi sviluppati sonoresponsabili del 70% delle emissioni totali, e "anche se oggiil mix energetico e' piu' pulito e meno dipendente daicombustibili fossili, le emissioni hanno gia' raggiunto ilpicco, e sono solo di poco inferiori, pro-capite, a quelle diun Paese come la Cina che sta affrontando un processo diindustrializzazione e urbanizzazione". L'impegno cinese nella lotta alle emissioni passa ancheattraverso le sanzioni a grandi e piccoli inquinatori. Ilministero della Protezione ambientale ha annunciato ieri diavere punito sotto varie forme oltre 19mila aziende inquinantiper un totale di 743 milioni di yuan di multe inflitte (94,1milioni di euro). Le multe, che hanno riguardato soprattuttoaziende delle province costiere piu' sviluppate e dell'areaattorno alla capitale, sono state inflitte non solo perl'inquinamento dell'aria, ma anche dei fiumi e del suolo.Proprio su quest'ultima forma di inquinamento la Cina staacquisendo sensibilita' e quest'anno per la prima volta hapubblicato le statistiche riguardanti l'inquinamento delproprio territorio, un dato fino a quest'anno consideratosegreto di Stato. La linea cinese sull'inquinamento atmosfericoe' ancorata a leggi nazionali, come quella del settembre 2013,con le dieci misure per migliorare la qualita' dell'aria, e amisure di emergenza, come quella di spostare le aziende piu'inquinanti al diffusori dei centri cittadini, come accaduto aPechino a fine 2013. Entro il 2016, la Cina ha annunciato perla prima volta l'introduzione di una soglia di emissioniinquinanti a livello nazionale, ma la strada e' ancora lunga,secondo gli esperti del China Center of Energy EconomicsResearch, e "dipende da fattori come la determinazione delgoverno nell'assicurare aria pulita, lo sviluppo di energiepulite, l'introduzione della carbon tax, la riforma dei prezzidell'energia e soprattutto lo sviluppo dei processi digassificazione e liquefazione del carbone". Tra i fattori che contribuiranno a ridurre le emissioni infuturo, il direttore del centro, Lin Boqiang, ha infinesottolineato l'importanza della diffusione di veicoli elettricipromossa dal governo, lo sviluppo dello shale gas, e lepolitiche di efficienza energetica che gia' quest'anno hannovisto, per la prima volta, il sorpasso cinese sugli Usa. .
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