Articolo aggiornato in data 22/06/2019
In piena crisi con l'Iran, piomba su Donald Trump un'altra tegola: una presunta aggressione sessuale a una donna. Ad accusare il presidente americano stavolta è una famosa giornalista, Elizabeth Jean Carroll che sostiene di esser stata violentata 24 anni fa in un camerino di un famoso negozio di pret-a'-porter a New York da quello che allora era ancora solo un miliardario.
Il racconto
Era la fine del 1995 o l'inizio del 1996. Lei, che ha firmato per quasi trent'anni in America una rubrica di consigli sulla rivista Elle, 'Ask E.Jean', era già famosa. Un giorno era nei grandi magazzini Bergdorf, a Manhattan, quando lo incontrò. E lui ha riconobbe: "Ehi, tu sei quella dei consigli". "E tu sei il magnate immobiliare".
I due cominciarono a chiacchierare e, dopo poco, lui le chiese "aiuto" per comprare un regalo a "una ragazza". Lei accettò e a quel punto cominciarono a girare per i locali, cercando tra borse, cappelli, pellicce, lingerie. Ovviamente chiacchieravano anche e Trump si vantava delle sue ricchezze, di come pensasse di acquistare quei grandi magazzini. Le diede persino della vecchia quando lei gli disse che aveva 52 anni, peraltro più o meno la sua stessa età.
Ad un certo punto i due arrivarono al settore lingerie e lui la esortò a provare uno dei modelli in pizzo. Lei scherzando replicò che avrebbe dovuto farlo lui. E poi cedette alla richiesta. Ma arrivati nello spogliatoio, a quanto racconta la donna, lui diventò violento: "Chiuse la porta del camerino e mi spinse contro la parete, colpendomi alla testa molto forte e mise la bocca sulle mie labbra".
La donna, sconvolta, lo spinse indietro, ma lui l'afferrò e la spintonò di nuovo contro il muro, tirandole giù le calze. "Un attimo dopo, ancora vestito in abito da lavoro, camicia, giacca, cravatta e cappotto, si abbassò la cerniera dei pantaloni e con le dita vicino alle mia zone intime, e si spinse dentro di me". La donna, alla fine, dice di essere riuscita a divincolarsi. Tutto durò una manciata di secondi.
La giornalista ha in oltre precisato cosa avvenne dopo. "Lo denunciai alla polizia? No. Lo raccontai a qualcuno? Sì, a due amiche intime. Ho foto o prove visive? Le telecamere di sicurezza di Bergdorf devono aver registrato l'ingresso nel camerino".
Il libro e l'intervista
La vicenda, che sarà raccontata in un libro pubblicato il mese prossimo, appare oggi su un articolo di copertina per il New York Magazine. La rivista ha confermato come Carroll raccontò a due persone dell'incidente. Una le consigliò di andare alla polizia mentre l'altra le disse di dimenticare l'accaduto, avvertendola che il team legale di Trump l'avrebbe "seppellita".
Nella foto di copertina, Carroll indossa l'abito-cappotto Donna Karan che aveva quel giorno, che - dice - "appende ancora sul retro della porta dell'armadio". È stata la prima volta che ha indossato di nuovo l'abito da quando accaddero i fatti. Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che si tratta di "una storia completamente falsa e irrealistica che affiora 25 anni dopo da quando si sarebbe svolta ed e' stata creata semplicemente per screditare il presidente".
Quanto al tanto tempo trascorso prima di raccontare quei fatti, Carroll ha confessato che "ricevere minacce di morte, dover abbandonare casa mia, essere licenziata, trascinata nel fango e unirmi alle quindici donne che hanno raccontato storie credibili di come questo uomo le abbia prese, molestate, ridotte a niente, maltrattandole, ferendole e attaccandole, solo per vedere che l'uomo in questione schiva, nega, minaccia e le attacca di nuovo, non mi è mai sembrato molto divertente. E poi, sono una vigliacca".
This is the story behind E. Jean Carroll's account of her alleged encounter with Donald Trump in a Bergdorf Goodman dressing room more than two decades ago https://t.co/8GV1bw9cXA
— New York Magazine (@NYMag) 21 giugno 2019
La risposta di Trump
Il capo della Casa Bianca ha già smentito, negando di averla mai conosciuta: "Sta cercando di vendere un nuovo libro che dovrebbe essere venduto nella sezione fiction". Trump è andato subito al contrattacco chiedendo che "chiunque abbia informazioni sul fatto che il Partito democratico sta lavorando con la signora Carroll o il New York Magazine, per favore ce lo notifichi il prima possibile". La cronista ha firmato per quasi trent'anni in America una rubrica di consigli sulla rivista Elle, "Ask E. Jean", molto nota e seguita.
Il robe-manteau Donna Karan, da allora, è rimasto appeso nell'armadio senza essere più indossato. Almeno fino al servizio fatto per la riovista americana, Da allora, ha raccontato Carroll, non ha neppure più avuto un uomo.
Non è la prima volta che Trump è sotto accusa per abusi o molestie di natura sessuale. Almeno altre 16 donne hanno accusato l'attuale capo della Casa Bianca. Tra queste la giornalista Natasha Stoynoff, che afferma che l'ex tycoon l'avrebbe rinchiusa in una stanza a Mar-a-Lago costringendola a baciarlo, mentre l'ex Miss Washington, Cassandra Searles, parla di palpeggiamenti ai glutei.
Nel 1993, persino l'ex moglie Ivana Trump, parlò di un "assalto sessuale" da parte del marito, accusa che poi ritrattò nel 2015, quando era già partita la campagna presidenziale che si sarebbe conclusa con la vittoria del rappresentante del partito repubblicano.