Una scultura della Terra in ghiaccio in via di scioglimento. Questo è il modo in cui Channel 4 ha rimpiazzato Boris Johnson, che non ha voluto partecipare a un dibattito televisivo sul cambiamento climatico tra i leader dei partiti britannici. La cosa non è piaciuta al Tory, che aveva inviato il ministro Michael Gove a rappresentare il partito.
Channel 4 non lo ha permesso, affermando che all'appuntamento elettorale avrebbero dovuto partecipare solo i capi dei partiti. Al dibattito non ha partecipato neanche Nigel Farage. "Negare al partito conservatore l'opportunità di contribuire all'evento - ha affermato un portavoce - "non è stato giusto e ha infranto le regole che impongono di preservare l'imparzialità". Quanto alla scultura, ha continuato il portavoce. Si è trattato di una "provocazione faziosa".
Quella battuta sui nigeriani
Quello "televisivo" non è stato l'unico problema per Johnson negli ultimi giorni. A due settimane dal voto cruciale è riemerso un vecchio articolo firmato dall'attuale premier conservatore britannico dai toni "razzisti" e stereotipati nei confronti dei nigeriani.
Nel pezzo, risalente al 1999, durante il primo governo laburista di Tony Blair, l'allora giornalista Johnson analizzava il successo del rivale e dava suggerimenti su come far tornare i giovani nei Tory, ai minimi livelli nei consensi.
"Dobbiamo riconoscere che Blair ha trovato il modo di far sentire bene la gente che si sta arricchendo. Tutti i giovani under 30 che conosco sono avari quanto noi, yuppies inflessibili del Thatcherismo degli anni 80'. In effetti hanno un interesse nigeriano nei soldi e nei gadget di ogni tipo" scriveva BoJo.
Le parole di Johnson sono "profondamente razziste e offensive" ha commentato al Guardian l'attivista antirazzismo Weyman Bennett. I commenti dispregiativi sono stati pubblicati mentre l'opposizione laburista, in particolare suo leader Jeremy Corbyn, è accusata di antisemitismo.