Amanda Knox condurrà un programma sulla violenza e la discriminazione di genere. Lo farà negli Usa, ove è tornata da donna libera sei anni fa e dove lavora come freelance per il West Seattle Herald. Il programma, che si chiamerà “The Scarlet Letter Reports” e si articolerà in cinque puntate, sarà trasmesse a partire da primavera su Watch, la nuova piattaforma targata Facebook, e sul canale di Vice Media dedicato alle donne. Lo ha annunciato la trentenne, assolta in via definitiva per il delitto di Meredith Kercher, avvenuto la sera del primo novembre 2007.
“In Italia ero una femme fatale”
Lei Amanda le discriminazioni le ha vissute in prima persona, assicura: “Mentre ero sotto processo per un omicidio che non ho commesso, il mio pubblico ministero mi ha dipinto come una femme fatale con poteri magici per controllare gli uomini”. “Ho perso anni della mia vita in prigione a causa di stereotipi misogini. In The Scarlet Letter Reports, spero di riumanizzare le donne che sono state ugualmente umiliate e vilipese ed elevare lo standard di come si pensa e si parla delle donne in pubblico”.
Le ospiti sul divano di Amanda
Nel corso della trasmissione, di taglio giornalistico, Amanda intervisterà anche alcuni personaggi noti, come Amber Rose e Daisy Coleman, che racconteranno episodi di violenza fisica e mediatica vissuta in prima persona. Rose, fotomodella statunitense, 34 anni, è la fondatrice di SlutWalk, una manifestazione-evento contro i maltrattamenti sulle donne organizzata a Los Angeles nel 2015 che ha avuto eco in tutto il mondo. Daisy Coleman è stata vittima di uno stupro di gruppo all'età di 14 anni: insieme alla sua famiglia si è ribellata al bullissimo e alla discriminazione seguiti all'abuso. La sua storia è raccontata nel documentario Netflix 'Audrie & Daisy', diretto dai registi Bonni Cohen e Jon Shenk.
L’omicidio di Meredith
La Knox ha trascorso quattro anni in carcere: arrestata insieme all'allora fidanzato Raffaele Sollecito pochi giorni dopo l'assassinio di Meredith, avvenuto il primo novembre 2007 a Perugia, era stata condannata in primo grado, in seguito (2011) assolta in appello e infine scarcerata. Nel 2013 La Cassazione aveva poi annullato la sentenza e disposto un nuovo processo di secondo grado che ha portato a una nuova condanna per Knox e Sollecito. Nel 2015 la Cassazione ha assolto entrambi in via definitiva. Nel 2013, Amanda Knox ha scritto un libro autobiografico sulla sua esperienza: 'Waitying to be heard', edito dalla Harper and Collins. Attualmente collabora anche con il Innocence Project, organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di errori giudiziari. Amanda è stata anche protagonista di un documentario prodotto da Netflix che cerca di ricostruire il delitto della 20enne Meredith Kercher e il lungo processo seguito all'omicidio.