Pechino, 25 nov. - Apprezzamento dello yuan: timidi segnali di apertura o nessun cambiamento in vista? Il viceministro degli Esteri cinese Zhang Zhijun, nel corso di un briefing sul summit Cina - Ue che si terrà a Nanchino lunedì prossimo, ha ribadito la tradizionale posizione del Dragone degli ultimi mesi: "Il tasso di cambio dello yuan verrà mantenuto sostanzialmente stabile - ha detto Zhang - e ad un livello ragionevole e bilanciato". Il funzionario, però, ha anche dichiarato che il "tasso di fluttuazione della moneta verrà ampliato in futuro a un livello controllabile", una posizione che riecheggia quella possibilista adottata dalla Banca centrale di Pechino nell'ultima edizione del suo tradizionale rapporto trimestrale, pubblicata due settimane fa. "Miglioreremo il meccanismo di formazione del tasso di cambio dello yuan in riferimento ai flussi di capitale e ai cambiamenti in corso tra le più importanti valute del mondo - si leggeva nelle 46 pagine del dossier - seguendo comunque un approccio graduale e controllabile"; come sempre, in questi casi, bisogna leggere tra le righe. Pechino sta effettivamente affrontando una crescente pressione per un apprezzamento della sua valuta, ancorata di fatto al dollaro dall'inizio della crisi e ritenuta sottostimata da più parti. Il rapporto della People's Bank of China era stato pubblicato a ridosso della visita di Barack Obama in Cina e molti lo avevano messo in relazione al viaggio del presidente Usa; la dichiarazione del viceministro degli Esteri giunge pochi giorni prima dell'arrivo della troika economica dell'Unione europea, ed è facile intuire un legame analogo. Il capo dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, il governatore della Banca centrale europea Jean Claude Trichet e il Commissario per gli affari economici Joaquin Almunia incontreranno tra gli altri il premier Wen Jiabao e il governatore Zhou Xiaochuan; ma numerosi osservatori definiscono "deboli" le possibilità di un annuncio dell'apprezzamento del renminbi al termine dei colloqui: le esportazioni cinesi sono ancora più basse del 14% rispetto allo scorso anno e non si intravede inflazione all'orizzonte. Il quotidiano della Banca centrale di Pechino Financial News, inoltre, appena pubblicato un commento dell'influente ricercatore dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali Zhang Ming nel quale si mette in guardia la Cina contro i flussi di capitale caldo provenienti da oltre confine sull'onda dei bassi tassi d'interesse applicati dagli USA. "La Cina deve aumentare l'indipendenza della sua politica monetaria - scrive Zhang - e vigilare su questi flussi". Ancora una volta, quindi, la strada verso l'apprezzamento dello yuan appare tutta da percorrere.