Xinhua, su Hinkley Point Gb colpevole di 'sinofobia'

 

Pechino, 15 set. - L'agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha accusato il governo britannico di 'sinofobia' in relazione ai controlli piu' stringenti posti sul progetto della centrale nucleare di Hinkley Point C, per la cui costruzione Pechino fornira' un terzo dei 18 miliardi di sterline necessari (gli altri arriveranno dalla francese Edf). Giunta a Downing Street, la nuova premier Theresa May aveva infatti chiesto una revisione del dossier prima di dare il via libera, giunto oggi alla condizione che la quota di Edf non venga ridotta e il monitoraggio statale venga rinforzato.

 

Il predecessore di May, David Cameron, era stato infatti fortemente criticato per aver aperto alla Cina la porta di un progetto cosi' delicato per la sicurezza nazionale. "Finalmente Londra ha fatto una mossa benvenuta dando il via libera a un progetto nucleare chiave che era stato sospeso per fittizie preoccupazioni di 'sicurezza nazionale' legati all'investimento cinese", si legge in un editoriale pubblicato dall'agenzia, "le apprensioni del leader britannico sono ovviamente dotate di poco senso". "Se il programma fosse stato archiviato, tutte le parti in causa avrebbero perso pesantemente, laddove le relazioni sino-britanniche avrebbero potuto essere gettate nell'incertezza", conclude l'articolo, "pertanto auspichiamo che Londra abbandoni la sua sinofobia e lavori con Pechino per assicurare uno sviluppo senza intoppi al progetto".

 

E' presumibile che l'editoriale di Xinhua sara' oggetto di acceso dibattito nel Regno Unito. I critici del progetto hanno infatti accusato il governo di essersi lasciato ricattare da Pechino, che, in caso di mancata approvazione di Hinkley Point C, avrebbe limitato i suoi investimenti in Gran Bretagna.

 

Hinkley Point va avanti,  rimangono investimenti cinesi

Eugenio Buzzetti

 

Pechino, 15 set. - La centrale nucleare di Hinkley Point potrà contare sugli investimenti francesi e cinesi. Dopo settimane di incertezza, il governo britannico ha sciolto le riserve, oggi, sul futuro della prima centrale nucleare britannica degli ultimi venti anni, che si avvarrà anche degli investimenti cinesi, equivalenti a circa un terzo del totale, in cui è coinvolto China General Nuclear Power Group, gigante statale cinese dell'energia atomica. Le incertezze del nuovo esecutivo post-Brexit guidato da Theresa May avevano innervosito Pechino per il rinvio sulla decisione finale annunciato a luglio scorso.

Il governo britannico ha sottolineato che in futuro introdurrà "nuove salvaguardie" sugli investimenti stranieri in progetti per la realizzazione di "infrastrutture sensibili". Il progetto era stato oggetto di molte critiche in Gran Bretagna, sia per gli alti costi che per i dubbi sulla presenza cinese nell'affare. Cgn, subito dopo il rinvio a sorpresa della firma da parte del governo britannico, aveva spiegato che il nucleare cinese è "sicuro, affidabile e sostenibile", ma un editoriale dell'agenzia di stampa cinese Xinhua aveva alzato i toni, sottolineando che Pechino non avrebbe accettato "accuse indesiderate" sui propri investimenti in Gran Bretagna. Tra i dubbi che si erano sollevati negli ambienti vicini al nuovo esecutivo, c'erano anche quelli riguardanti la sicurezza nazionale nel caso di coinvolgimento della Cina nel progetto, con posizioni anche molto forti da parte dei più contrari all'ingresso di Cgn nell'affare, per il quale si era speso in prima persona lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, durante l'ultima visita ufficiale in Gran Bretagna, a ottobre 2015.

Cgn aveva raggiunto un accordo per un terzo dei finanziamenti, circa sei miliardi di sterline, e per utilizzare il proprio design per i reattori nel regno Unito, ottenendo in questo modo un implicito marchio di qualità per la tecnologia nucleare di Pechino e poterla riproporre anche in altri Paesi. Cgn è già attiva in Europa orientale: lo scorso anno ha siglato un accordo con il gruppo rumeno Nuclearelectrica per due reattori nella centrale di Cernavoda, mentre di recente ha firmato un accordo in Francia per lo sviluppo di un parco eolico offshore. Il gruppo sta vivendo una fase di espansione e punta alla diversificazione del proprio business anche su nuovi mercati, sia in Asia che in Europa: nei mesi scorsi ha aperto un ufficio in Malaysia e mira a espandersi anche in Egitto, Pakistan ed Emirati Arabi Uniti.

 

15 SETTEMBRE 2016


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