WENZHOU: SENZA SALARIO 15MILA LAVORATORI
Pechino, 12 ott.- "Temiamo che il peggio debba ancora arrivare –dice ad AgiChina24 un imprenditore di Wenzhou che lavora a Pechino- e che assisteremo a molti altri fallimenti in occasione del prossimo Capodanno Cinese".
Il sospetto che serpeggia da mesi tra la comunità d'affari di Wenzhou - provincia dello Zhejiang, 10 milioni di abitanti, uno dei polmoni imprenditoriali della Cina - ormai è diventato paura: chi sarà il prossimo a chiudere? Chi scapperà inseguito dai debiti? Quanti lavoratori rischiano di perdere il salario?
Per la prima volta da quando la crisi del credito ha iniziato a scuotere Wenzhou il governo pubblica delle statistiche ufficiali. Nient'affatto incoraggianti: secondo quanto riferiscono al quotidiano locale Oriental Morning Post le autorità dello Zhejiang, sono circa 230 gli imprenditori che sono spariti nei primi nove mesi di quest'anno, privando dei salari 15 mila lavoratori per un totale di circa 76 milioni di yuan (pari a 8.6 milioni di euro). Per capire la gravità del fenomeno: i lavoratori che si trovarono senza stipendio a causa delle fughe degli imprenditori durante la crisi del 2008 furono tra i 5mila e i 6mila, secondo quanto riferisce un funzionario che preferisce non diffondere il suo nome.
La ragione? La crisi dei "prestiti ombra", un sistema bancario "parallelo" su cui si fonda gran parte del business dell'area, e ampiamente diffuso anche in altre zone della Cina.
La vicenda prende le mosse dalla stretta sui prestiti imposta dal governo centrale alle banche: dopo il boom del credito seguito al pacchetto di stimoli anticrisi del 2008 si è verificato un enorme incremento della liquidità in circolazione, con conseguente aumento dell'inflazione e dei rischi per gli istituti di credito. Meglio correre ai ripari per frenare il fenomeno, hanno pensato nella capitale, lanciando giri di vite sempre più severi sui nuovi prestiti.
Moltissime imprese, nell'impossibilità di ottenere credito attraverso le vie usuali, e si sono rivolte alla rete dei "prestiti informali", un circuito che raccoglie denaro da individui e ditte e lo presta a tassi d'interesse annuali che possono arrivare al 100%, più di quindici volte rispetto ai quelli che vengono applicati normalmente. Questi prestiti servivano a coprire buchi di liquidità temporanei, ad esempio pagare fornitori, e venivano pagati nell'arco di qualche settimana o di qualche mese a tassi ovviamente inferiori rispetto a quelli applicati annualmente.
Ma nell'ultimo periodo qualcosa è cambiato a causa di un rallentamento dell'economia. Secondo i media locali, l'impossibilità di ripagare i debiti ha portato alla bancarotta alcuni operatori del settore immobiliare e ha innescato una catena di fallimenti che hanno portato un certo numero d'imprenditori a sparire dalla circolazione. Le ultime stime della Banca centrale indicano che quest'anno a Wenzhou i "prestiti informali" hanno raggiunto quota 110 miliardi di yuan (pari a circa 13 miliardi di euro, o 17.2 miliardi di dollari). L'autorevole China Securities Journal cita un rapporto della sezione di Wenzhou della Banca centrale secondo il quale, a luglio, nella metropoli dello Zhejiang circa l'89% delle famiglie e il 60% delle società erano in qualche modo coinvolte nel sistema bancario ombra, con tassi medi di circa il 25% all'anno.
Adesso, si teme il contagio sistemico, che potrebbe diffondersi in altre zone del paese, come Mongolia Interna (con un mercato immobiliare surriscaldato dovuto al boom delle miniere di carbone), e il Delta del Fiume delle Perle, dove il sistema dei prestiti "sotterranei" è estremamente diffuso.
La scorsa settimana il premier Wen Jiabao in persona si era recato nello Zhejiang per rassicurare la comunità locale, segno che la gravità della situazione non è sfuggita al governo centrale.
"Le piccole e medie imprese giocano un ruolo insostituibile nel promuovere la crescita economica e l'occupazione- ha detto il primo ministro cinese secondo quanto riferisce l'agenzia di Stato Xinhua- e il governo deve aumentare gli incentivi e ridurre le barriere in modo da permettere a tutti i tipi di istituzioni finanziarie di fornire migliori servizi creditizi alle piccole e medie società".
"Le istituzioni finanziarie devono aumentare il livello di tolleranza dei crediti non esigibili da parte delle piccole e medie imprese" ha aggiunto il premier.
Il governo locale dello Zhejiang si è affrettato a imporre una sorta di moratoria con una norma che consente di non pagare i debiti contratti se il tasso d'interesse supera di quattro volte quello applicato dalle banche a livello nazionale. Ma i timori in vista del Capodanno Cinese non sembrano affatto placati: "Si tratta del periodo in cui tradizionalmente circola più denaro, e bisogna pagare tutti i conti in sospeso" spiega ad AgiChina24 l'imprenditore di Wenzhou.
di Antonio Talia
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