Pechino, 6 mag.- La Cina è sempre più lontana dal conseguimento degli obiettivi di quella vasta campagna contro l'inquinamento che il governo definisce "la chiave dei nostri sforzi contro i cambiamenti climatici": è stato lo stesso premier Wen Jiabao a descrivere la fosca situazione durante un forum ambientale in corso a Pechino. "Il taglio del 20% dell'intensità energetica entro la fine del 2010 è un compito arduo" ha dichiarato il primo ministro, riferendosi a quella riduzione del rapporto tra consumo di energia e unità di PIL prodotta che era stata fissata nel 2006 come il traguardo fondamentale per la fine di quest'anno. I tagli sembrano quasi un miraggio; secondo il rapporto presentato dal premier, nei primi tre mesi dell'anno si è infatti assistito a un aumento dell'intensità energetica pari al 3.2% e tutti i principali settori industriali ad alto consumo di energia – siderurgico, metalli non ferrosi, chimico, petrolchimico, produzione di materiali per costruzioni - hanno segnato un picco della produzione. Wen ha comunque confermato che il Dragone manterrà fede agli obiettivi e ha invocato misure draconiane per i funzionari che non riusciranno a raggiungere i traguardi prefissati: "Si tratta di impegni solenni verso il nostro popolo, che costituiscono una parte importante degli sforzi della Cina contro i cambiamenti climatici - ha detto il primo ministro - e, nonostante le difficoltà, le nostre promesse non possono essere disattese. Useremo il pugno di ferro per la chiusura dei vecchi impianti inquinanti e per aumentare gli investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni. I funzionari che non riescono a soddisfare gli obiettivi saranno sottoposti a misure disciplinari o licenziati". Nel 2010 le spese per tagliare gli sprechi energetici saranno portate a quota 83.3 miliardi di yuan (circa 9.5 miliardi di euro) contro i 57 miliardi (più di sei miliardi di euro) dell'anno scorso. Negli ultimi mesi Pechino ha varato numerose misure per il rinnovamento degli impianti più datati, ma i settori ad alta intensità energetica hanno registrato aumenti sempre più consistenti della produzione, anche a causa dell'impiego del massiccio pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan varato dal governo alla fine del 2008 per lottare contro la crisi globale. Molti esperti e ambientalisti cinesi, però, sono scettici sulla possibilità dell'effettivo raggiungimento dei traguardi entro la fine dell'anno: il tempo stringe e le misure amministrative contro i funzionari locali non sembrano sufficienti a trovare il giusto equilibrio tra la lotta all'inquinamento e la necessità di mantenere i vertiginosi ritmi di crescita cinesi.