Pechino, 1 mar.- Per l'economia cinese il 2010 sarà l'anno più complicato: lo ha scritto il premier Wen Jiabao nel corso della chat online con i cittadini cinesi che si è tenuta sabato scorso. "Se l'anno scorso è stato per il nostro sistema economico l'anno più difficile, questo sarà il più complesso" ha dichiarato Wen nel corso di un giro di domande e risposte sui siti www.gov.cn e www.xinhuanet.com che precede di qualche giorno l'Assemblea Nazionale del Popolo, l'appuntamento politico nel corso del quale il primo ministro riferirà sull'operato del governo durante lo scorso anno. Secondo Wen Jiabao, tra i maggiori problemi che la Cina dovrà affrontare ci sono la corruzione, l'inflazione e i prezzi del settore immobiliare, ormai alle stelle. Il premier si è detto determinato a riportare i costi delle proprietà sotto controllo durante il suo mandato, che dovrebbe terminare nel 2013, ma ha ammesso che il governo potrebbe non essere in grado di "rimettere le briglie a questo cavallo selvaggio"; nel solo mese di gennaio i prezzi delle case nelle 70 principali città cinesi hanno subito un'impennata del 9.5% rispetto allo stesso mese del 2009, un 1.3% rispetto al mese di dicembre. Il "cavallo selvaggio" ha scalciato per la maggior parte dell'anno scorso, imbizzarrito dall'enorme massa di liquidità messa sul piatto dal piano di stimolo anticrisi: secondo i dati pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica nel 2009 il prezzo medio di una proprietà immobiliare è aumentato del 24% rispetto all'anno precedente. Si tratta dell'aumento più consistente dell'ultimo quindicennio; se si raffronta questo dato con quello di altri anni, infatti, emerge ad esempio che i rincari medi erano del 18% nel 2004, del 15% nel 2007, di circa il 14% nel 2005 e del 10% nelle altre annate. Gli investimenti nel real estate, inoltre, hanno raggiunto l'impressionante quota di 3623 miliardi di yuan (circa 360 miliardi di euro; +16.1% rispetto al 2008) e le vendite sono aumentate del 42.1%; con le unità abitative che svettano su ogni altro affare immobiliare totalizzando un +43.9%. Sul fronte monetario Wen ha ripetuto la consueta formula della "politica moderatamente rilassata", mentre al centro delle risposte sul commercio estero c'è il complesso rapporto con gli USA: "Spero che le tensioni si affievoliscano e che questo non sia un anno spiacevole per le relazioni commerciali sino-americane" ha scritto il premier. "Le frizioni dovrebbero essere risolte attraverso la negoziazione su base paritaria, e non attraverso l'imposizione di sanzioni affrettate. Ci aspettiamo che entrambe le nazioni aprano reciprocamente i mercati. In particolare, gli Stati Uniti dovrebbero riconoscere alla Cina lo stato di economia di mercato e aprire l'esportazione di prodotti hi-tech verso la Cina". Ma secondo il primo ministro cinese le prospettive del mercato del lavoro rimangono grigie per i 6.3 milioni di studenti che si laureeranno nel 2010: "Se la ricchezza di una nazione si concentra solo nelle mani di poche persone, la società è destinata all'instabilità. Vogliamo che il popolo cinese riesca a vivere con dignità".