Pechino, 7 set.- La China Insurance Regolatory Commission ha dato il semaforo verde con un annuncio pubblicato domenica sul suo sito web: le compagnie assicurative cinesi potranno detenere quote indirette di aziende private assenti dai listini borsistici e anche investire nei loro asset immobiliari. In Cina, le assicurazioni cercano da tempo vie d'investimento alternative per compensare gli scarsi ricavi conseguiti sui mercati borsistici; un colosso come China Life Insurance, ad esempio, ha perduto nella prima metà del 2010 circa il 50% del valore del suo portafoglio titoli. A pesare sulle scarse performance delle compagnie assicurative – che finora potevano investire solamente in Borsa – è stato soprattutto l'andamento ondivago di listini come lo Shanghai Composite Index, che dall'inizio dell'anno ha perduto circa il 19% soprattutto a causa delle preoccupazioni su un possibile rallentamento dell'economia, causato dal giro di vite imposto dal governo sui prestiti bancari e sul settore immobiliare. Dopo il boom del credito dello scorso anno – 9590 miliardi di yuan, circa 960 miliardi di euro con il cambio di quel periodo –, infatti, dall'inizio del 2010 Pechino ha imposto criteri di rigore alle banche per evitare la proliferazione di crediti in sofferenza.
Misure ancora più rigide sono state varate per frenare la corsa dei prezzi delle proprietà, che nei primi mesi del 2010 hanno registrato rincari sempre più marcati nelle 70 principali città cinesi, fino al record di un +12.8% anno su anno registrato nell'aprile scorso. "La misura è stata adottata per allentare la pressione sugl'investimenti delle compagnie assicurative e diversificare i rischi" si legge sul sito della China Insurance Regolatory Commission. Le assicurazioni, tuttavia, non potranno investire direttamente in proprietà commerciali o nel real estate, né detenere partecipazioni in società ad alto potenziale d'inquinamento.
© Riproduzione riservata