Roma, 4 ott.- Riparte da Tianjin e all'insegna del"compromesso" il dibattito sui cambiamenticlimatici. Dopo il fallimento del summit di Copenhagen dello scorso anno, cheha provocato una frattura nel dialogo tra i Paesi industrializzati e quelli invia di sviluppo, le Nazioni Unite ci riprovano. Ed è proprio la Cina a ospitare per seigiorni – e per la prima volta – il vertice dell'Onu. Una scelta che, secondogli osservatori, il Dragone avrebbe fatto per provare a tutti le sue reali intenzioni in materia di clima, ma anche una risposta allecritiche mosse alla Cina in seguito alla rivendicazione di quest'ultima del suo'diritto a inquinare'. Nonostante di recente abbia soffiato agli Stati Uniti ilprimato del consumo energetico, la Cina non è soggetta a limitidi emissioni in quanto Paese in via di sviluppo. "Tutte le nazioni devonorinnovare il proprio impegno per estendere il consenso e giungere più prestopossibile a un accordo vincolante" ha dichiarato in un discorso aidelegati Dai Bingguo, uno dei massimi funzionari cinesi nel campo dellapolitica estera. Subito dopo però Dai ha ribadito la posizione della potenzaasiatica e invitato i Paesi industrializzati a trainare la lotta ai cambiamenti climatici sostenendo finanziariamente lenazioni in via di sviluppo, che se gravate di questo carico potrebbero metterea rischio il proprio sviluppo economico.
Nonostante i pochi progressi compiuti neldopo-Copenhagen, il meeting di Tianjin vuole essere, a detta dei tremiladelegati dei 190 Paesi partecipanti, una "piattaforma preparatoria" da cuipartire per gettare le basi di un accordo di cooperazione in vista, non solodel summit previsto per il prossimo mese a Cancun, ma soprattutto del verticeche si terrà il prossimo anno in Sud Africa e durante il quale verrà ridiscussoil Protocollo di Kyoto il cui termine è previsto per la fine del 2012. E suquesto punto è tornata più volte Christiana Figueres, segretario esecutivodell'UNFCCC . "È tempo di lanciare la vostra sfida personale" così Figueres ha incitatoi delegati a Tianjin. "È nell'interesse di tutti accelerare questo processo alfine di limitari i danni comuni" ha continuato Figueres che per recapitare ilsuo messaggio alla Cina ha citato Zhou Enlai: "Bisogna cercare i punti incomune e mettere da parte le differenze". E sempre riferendosi al Dragone ha poi detto: "È assolutamenteindispensabile che una leadership sia flessibile per essere in grado diraggiungere i compromessi necessari prima di Cancun". Compromessoe immediatezza sembrano essere quindi le parole chiave della sei giorni. "Solomuovendoci adesso possiamo ottenere a dicembre un risultato concreto" haspiegato Figueres.
Tanti i temi ancora da trattare: le energie verdi, la cooperazione, Pechinocon le sue responsabilità e il suo impegno, e infine il fondo da 100 miliardidi dollari all'anno istituito in soccorso dei Paesi in via di sviluppo. Aquesto proposito, riprendendo il discorso di Dai Bingguo, ha parlato diresponsabilità morali Makase Nyaphisi, delegato per conto delle Nazioni menosviluppate (LDC) che ha ribadito l'urgenza di supportare finanziariamente iPaesi non industrializzati: "Non èmoralmente accettabile che realtà in via di sviluppo siano soggette a limitazionia danno del loro tessuto economico. Bisogna creare nuovi fondi e bisogna farloin occasione della Convention". Intanto l'Unione europea ha confermato uncontributo di 2,4 miliardi di euro annui da qui al 2012, un'iniezione dicapitale ritenuta fondamentale in vista dei nuovi accordi sul clima.
di Sonia Montrella
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